Le truppe russe hanno conquistato oltre 470 chilometri quadrati di territorio ucraino dall’inizio di ottobre: lo rivela un’analisi di AFP. L’avanzata è lenta, ma Mosca continua a rivendicare diversi villaggi nel Donbass, costringendo Kiev a correre ai ripari. Il segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale ucraino, Oleksandr Lytvynenko, ha riferito ai parlamentari che l’Ucraina mobiliterà almeno 160.000 uomini in più per ricostituire le file dell’eserito nei prossimi tre mesi, secondo quanto riporta Rai News. Dal febbraio 2022, Kiev ha arruolato “circa 1 milione di cittadini”.
La mancanza di progressi sul campo di battaglia è dovuta anche alle restrizioni imposte dai partner occidentali a Kiev sul tipo di armi utilizzabili contro la Russia. Il New York Times ha raccontato il retroscena dei colloqui tra Joe Biden e Volodymyr Zelensky: quest’ultimo avrebbe chiesto missili Tomahawk con un raggio di quasi 2.500 chilometri, una sorta di “deterrente” che darebbe forza al “Piano di vittoria” proposto da Zelensky. Una richiesta etichettata come “assolutamente irrealizzabile” da parte di un funzionario statunitense citato dal NYT.
Nel frattempo, questa settimana Vladimir Putin ha annunciato una nuova esercitazione nucleare per elaborare “le azioni dei funzionari per controllare l’uso delle armi nucleari con lanci pratici di missili balistici e da crociera”, ha spiegato il presidente russo. Mosca afferma di aver lanciato una serie di missili balistici e da crociera con l’obiettivo di simulare un “massiccio attacco nucleare” da terra, cielo e mare, in risposta a un potenziale “attacco nucleare nemico”, come ha dichiarato il ministro della Difesa Andrei Belousov.