All’Ambrosianeum un’occasione di riflessione sulla riforma e sulle opportunità che rappresenta per il Paese. Organizzato dal Comitato MI’Mpegno, l’evento ha riunito personalità del mondo accademico, ecclesiastico, delle istituzioni e della società civile.
Si è tenuto giovedì scorso presso l’Ambrosianeum di Milano il convegno “Autonomia Differenziata: tra Opportunità e Criticità,” organizzato dal comitato MI’Mpegno. L’incontro ha rappresentato un’occasione di riflessione pacata su una riforma che, pur divisiva, può offrire importanti opportunità per migliorare l’efficienza amministrativa del Paese. Sotto la guida di Carmelo Ferraro, presidente di MI’Mpegno, l’evento ha riunito personalità del mondo accademico, ecclesiastico, delle istituzioni e della società civile, con l’obiettivo di discutere le implicazioni e le potenzialità dell’autonomia differenziata.
Dopo i saluti introduttivi di Leonardo Salvemini, presidente dell’Associazione Mirasole, e Mattia Ferrero, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici, Fabio Pizzul, presidente della Fondazione Ambrosianeum, ha evidenziato i rischi legati a questa riforma, invitando a considerare con attenzione le possibili conseguenze sulle disuguaglianze tra regioni e sulle diverse esigenze territoriali.
Nel corso del suo intervento, Carmelo Ferraro ha sottolineato la necessità di superare le contrapposizioni e di guardare all’autonomia differenziata come uno strumento per migliorare la qualità dei servizi in tutte le regioni: “L’autonomia non deve essere percepita come un rischio di frammentazione – ha detto – ma come un’opportunità per avvicinare le istituzioni ai cittadini, rispondendo in modo più efficace alle loro esigenze”.
Al convegno ha preso parte anche Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, che ha illustrato i miglioramenti della riforma rispetto alla versione Boccia, citando in particolare l’introduzione di un fondo perequativo per favorire un maggiore equilibrio tra le regioni. Fontana ha spiegato come l’autonomia differenziata rappresenti una risorsa per valorizzare le specificità locali e migliorare l’efficienza dei servizi pubblici, mantenendo comunque la coesione nazionale. Per Fontana, procedere con l’applicazione della riforma approvata dalla Camera rappresenta una risposta concreta e tempestiva alle necessità dei territori.
La parola è poi passata agli esperti. Lorenza Violini, professoressa di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Milano, ha spiegato come l’articolo 116 della Costituzione consenta di perseguire un regionalismo differenziato che valorizzi le peculiarità locali senza compromettere l’unità nazionale. Ha inoltre evidenziato che la differenziazione può rappresentare una strada per migliorare la governance, se applicata con l’obiettivo di rafforzare i servizi piuttosto che di creare disparità.
Silvio Troilo, docente di Diritto Costituzionale all’Università di Bergamo, ha invece sottolineato le sfide giuridiche e amministrative legate alla riforma, rimarcando l’importanza di una governance equilibrata tra le istanze di autonomia e i principi di unità. Troilo ha concluso che il successo dell’autonomia differenziata dipende dalla capacità di coinvolgere le realtà locali e di garantire una gestione equa delle risorse.
Tra il pubblico, composto da oltre cento persone, si sono distinti Mons. Carlo Azzimonti, Moderatore della Curia e Vicario Episcopale dell’Arcidiocesi di Milano, Mons. Giuseppe Merisi, Vescovo emerito di Lodi, e Vincenzo Vecchio, Presidente nazionale dell’APPC. Presenti anche Giuseppe Catania, Presidente dell’Ordine delle Professioni Sanitarie, Angelo Mazzali, Presidente dell’Ordine dei Fisioterapisti di Milano, e Francesco Montinaro, Presidente dell’APPC Martesana.
Il convegno ha rappresentato un’importante occasione per riflettere sul futuro del regionalismo in Italia, mantenendo un approccio costruttivo e guardando alle prospettive di una governance che sappia adattarsi alle esigenze di un Paese in evoluzione.