Nel quartiere Chinatown di Milano è scattata una gara di solidarietà con una raccolta fondi in aiuto del popolo cinese colpito dall’emergenza sanitaria. L’iniziativa è organizzata da “Filo di seta”, un magazine interculturale realizzato in collaborazione con l’ambasciata della Repubblica popolare cinese in Italia e con il contributo dei commercianti.
Chiunque potrà contribuire acquistando «capi d’abbigliamento a un minimo di 5 euro o lasciare un’offerta».
“La più generosa è stata una signora milanese che ha lasciato 300 euro” afferma Stefano Di Martino, ex vicepresidente del consiglio comunale e ora “ambasciatore per l’amicizia” fra i due popoli.
Iniziative come queste contribuiscono ad alleviare un po’ la tensione. Il famigerato Coronavirus sta suscitando infatti il terrore collettivo, nonostante l’avvenuto isolamento del virus all’ospedale Spallanzani di Roma.
Già da diversi giorni era scattata la corsa all’acquisto delle mascherine per muoversi in città e nei luoghi affollati. A Como si registra l’esaurimento delle scorte.
Nelle metro e sui mezzi pubblici uno starnuto, un colpo di tosse, o anche solo la presenza di un cinese genera ansia.
Persino nei bar e nei ristoranti l’arrivo di clienti asiatici suscita un leggero stato di tensione.
Alcuni gestori di attività cinesi si lamentano di un calo significativo della clientela e di una conseguente perdita d’affari voluminosa.
Tuttavia gli esperti hanno rassicurato sul rischio mortalità (minore di 3 su cento) ed hanno indicato come l’uso di mascherine o altro genere simile di protezione sia del tutto inutile.
Inoltre in Italia si registrano in totale solo due casi, riguardanti due turisti cinesi. Nessun caso in Lombardia.
«Nessuna delle 33 persone finora controllate in Lombardia per escludere il contagio da coronavirus è risultata positiva alla malattia. I test sono tutti negativi».
È quanto si apprende da Regione Lombardia che ha fatto il punto sulla situazione d’allarme ed ha rassicurato i cittadini.