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    Qualità dell’aria: le novità dell’accordo del bacino padano.

    MARNATI: “Il 95% degli impegni economici presi dal Governo con le regioni del bacino padano non sono stati mantenuti”.

    La lotta allo smog, che da troppi giorni attanaglia la regione, ha bisogno di misure concrete e permanenti che ben si discostano dagli spot ambientalisti dei blocchi auto una tantum, di scarsa – e dimostrata – efficacia. Ne è convinto l’Assessore piemontese all’Ambiente Matteo Marnati, che ha annunciato nei giorni scorsi la volontà di dare il via ad un piano di spegnimento e sostituzione delle caldaie a gasolio, responsabili di oltre il 50 % della produzione di inquinanti atmosferici, iniziativa che vede impegnato anche il sindaco milanese Beppe Sala con lo stop degli impianti previsto entro il 2023.

    15mila le caldaie incriminate in tutta la Regione, di cui 4mila nella sola provincia di Torino. Un’operazione che evidentemente richiede un’adeguata programmazione, non solo a livello regionale ma di bacino padano, e soprattutto un sistema di incentivi: “Se non troviamo un sistema per contribuire alla spesa che imponiamo a chi deve sostituire la caldaia o cambiare l’auto – ha dichiarato Marnati – i nostri provvedimenti saranno sempre vissuti dai cittadini come vessatori e i vari divieti non saranno rispettati”.

    Di questo è stato discusso nell’incontro a Bergamo che ha visto allo stesso tavolo i rappresentanti istituzionali regionali dell’Ambiente del bacino padano, oltre al Piemonte anche Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, impegnati a ridiscutere i termini dell’accordo sulla qualità dell’aria.

    La rimodulazione sottoscritta da tutte e quattro le regioni di bacino, richiede l’istituzione di un Fondo europeo per l’Ambiente e sollecita soprattutto la presidenza del Consiglio dei ministri per l’attuazione delle misure del protocollo d’intesa risalente al giugno scorso, che – almeno sulla carta – avrebbe dovuto trasferire 400 milioni di euro per anno sul Fondo per l’Ambiente entro 6 mesi alle Regioni firmatarie.

    Marnati non le manda a dire: “Il 95% degli impegni economici presi dal Governo con le regioni del bacino padano non sono stati mantenuti. L’unico che abbiamo visto è quello sul monopattino – ha sottolineato – Stiamo facendo la nostra parte: abbiamo stanziato 180 milioni sul 2020 per la mobilità sostenibile e per la riconversione degli impianti inquinanti e per l’agricoltura”. Altri sono già previsti per il 2021, ma avverte: “Se lasceranno il Piemonte da solo nella lotta all’inquinamento atmosferico, chiameremo direttamente in causa il Governo in caso di procedura d’infrazione”.

    Secondo il nuovo accordo, l’indirizzo concordato dal bacino padano è quello di procedere anche con la sostituzione degli impianti a biomassa legna e derivati obsoleti – pellet e legna da riscaldamento – con l’invito al Governo di adottare misure urgenti a livello nazionale e adeguare la disciplina in materia di incentivi e sgravi fiscali per introdurre requisiti di presentazione ambientale per i nuovi apparecchi, che dovranno essere almeno 4 stelle. Previsti inoltre l’obbligatorietà della certificazione dei pellet e dei generatori di calore alimentati a biomassa e combustibili solidi e l’introduzione del divieto di vendita di apparecchi che non siano almeno a 4 stelle e di pellet di qualità certificata.

    L’accordo rimodulato comprende anche l’adozione del cosiddetto “move- in”, ovvero un sistema di monitoraggio della percorrenza sul bacino padano che consentirà di ridurre il numero di chilometri percorsi dalle auto inquinanti. Infine ha trovato conferma lo stop delle auto diesel Euro 4, con l’entrata a regime delle limitazioni alla circolazione fissata per il 1° Ottobre 2020.

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