Venerdì la scomparsa del giovane. L’azienda aveva scelto di continuare a pagare lo stipendio nonostante il superamento del limite Inps all’indennità di malattia.
“Con infinito dolore comunichiamo che Steven ci ha lasciati. Se ne è andato così come ha sempre vissuto, affrontando ogni momento con positività, forza e immensa determinazione”. A salutare con queste parole il 24enne morto dopo una battaglia di 11 anni contro una rara forma di tumore, è la Siropack Italia Srl di Villalta di Cesenatico, azienda in cui Steven Babbi ha lavorato fino all’ultimo e per la quale ha rappresentato una sorta di figlio acquisito, al punto da continuare a pagare lo stipendio al ragazzo nonostante avesse superato i termini stabiliti per legge per ottenere l’indennità di malattia.
La storia di Steven Babbi guadagna i titoli di cronaca già nel 2017 quando, con l’aggravarsi della malattia – il sarcoma di Ewing – il giovane deve sottoporsi all’asportazione di un polmone superando, tra intervento e convalescenza, il limite di 180 giorni di assenza dal lavoro fissati per legge, motivo per cui si vede interrotta l’indennità di malattia da parte dell’Inps. A quel punto alla Siropack scatta immediatamente la gara di solidarietà tra i dipendenti dell’azienda, che propongono una colletta per non far mancare il sostegno economico a Steven. Rocco De Lucia e Barbara Burioli, titolari della ditta di imballaggio, non ci pensano due volte e decidono di giocarsi in prima persona, intraprendendo la strada della concretezza per continuare a garantire al ragazzo il supporto economico, pagandogli lo stipendio con risorse proprie.
Una decisione coerente con la scelta dell’azienda di dare un’opportunità di futuro a quel ragazzo già provato dalla malattia ma inesauribile nella sua energia e determinazione. È il 2016 quando Rocco De Lucia incontra casualmente Steven nella carrozzeria del padre e rimane folgorato dalla sua voglia di fare, nonostante il tumore lo segni visibilmente. Da lì l’assunzione come terminalista nell’azienda da 30 dipendenti, avviata da Rocco insieme alla moglie Barbara, affermatasi negli anni nel settore del packaging per l’industria alimentare e farmaceutica, in cui Steven si è fatto apprezzare da colleghi e dirigenza come esempio di grinta e coraggio, al punto da essere definito “un traino per tutti, un motivatore nato”.
Per questo motivo nel 2017 l’azienda non si è tirata indietro e non ha voluto far mancare il proprio appoggio al giovane, avviando parallelamente una battaglia in favore dei diritti delle persone nelle stesse condizioni di Steven. Un esempio di imprenditoria positiva, che riconosce la centralità e il valore delle risorse umane e che si impegna in prima linea per la tutela dei diritti dei dipendenti. Questo vale a Rocco De Lucia e Barbara Burioli il titolo di Cavalieri dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, conferito nel 2018 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, riconoscimento che segue quello dell’anno precedente quando la Siropack risultò tra le 22 aziende premiate con il “Welfare Champion” al Welfare Index Pmi 2017, per l’attenzione ai dipendenti, con focus particolare sui disabili e su chi si trova in situazioni di difficoltà.
Un impegno che non si esaurisce con l’esperienza di Steven ma che, a maggior ragione oggi dopo la sua scomparsa, prosegue con l’obiettivo di mantenerne viva la preziosa testimonianza. La Siropack, che con altre imprese del territorio fa parte di un sodalizio fondato sulla responsabilità sociale d’impresa, ha reso noto infatti di voler proseguire con la campagna di sensibilizzazione nei confronti dell’opinione pubblica sulla necessità di favorire il processo di inclusione nel mondo lavorativo dei malati oncologici valorizzandone il desiderio di rendersi utili alla comunità, sottolineando che “un’azienda al giorno d’oggi deve sostituirsi allo Stato laddove lo Stato non arriva”.
Micol Mulè