Con la chiusura delle scuole il peso dell’emergenza Coronavirus sulle famiglie diventa insostenibile. Dal Forum Nazionale delle Associazioni Familiari: “Sospendere le rate dei mutui”.
“Misure straordinarie e urgenti” che si traducono in 7,5 mld di euro per fronteggiare l’emergenza Covid 19, oltre il doppio rispetto a quanto precedentemente ipotizzato, è il contenuto del secondo decreto legge economico che dovrà essere approvato la prossima settimana dal Governo. Gli interventi anti-crisi che nel primo decreto riguardavano esclusivamente le cosiddette “zone rosse”, ora si estendono sul territorio nazionale per i settori maggiormente colpiti dall’emergenza, tra cui famiglie e imprese.
All’interno del nuovo provvedimento, una fetta dei finanziamenti riguarderà le misure di sostegno alle famiglie, sulle quali gravano pesantemente le conseguenze della chiusura delle scuole prorogata fino al 15 marzo – non è escluso un ulteriore slittamento al prossimo 3 aprile – con l’introduzione di voucher per le baby sitter e l’istituzione di un congedo parentale straordinario, oltre alla possibilità di estendere lo smart working per il periodo dell’emergenza, anche in “assenza degli accordi individuali previsti” all’interno dell’azienda.
Misure necessarie per evitare che le famiglie scoppino, se mediamente una baby sitter ha un costo orario di 10 euro, i conti sono presto fatti: si va da una media che oscilla tra gli 80 e i 100 euro al giorno, che calcolati su 15 giorni di chiusura fanno uno stipendio medio, tra i 1200 euro e i 1500 euro mensili.
Meglio tardi che mai, il Ministro per la Famiglia Elena Bonetti “rispolvera” oggi il voucher baby sitter introdotto sperimentalmente dall’allora Ministro Elsa Fornero nel 2013 come sostegno alle madri lavoratrici per il rientro al lavoro dopo la maternità, alternativo al congedo parentale facoltativo (6 mesi con lo stipendio pagato al 30%, ndr) e non vincolato alla situazione lavorativa e di reddito del nucleo famigliare. Il provvedimento non è mai diventato strutturale, bensì rinnovato annualmente dai Governi, fino al blocco dello scorso anno con la legge di Bilancio che non ha rifinanziato la misura.
“Si dovrà attivare fin da ora” ha promesso il Ministro Bonetti, evidenziando l’utilità anche del secondo provvedimento ipotizzato dal Governo, ovvero l’istituzione di un congedo parentale ad hoc per questi giorni di emergenza, in modo tale da favorire la presenza di almeno un genitore a casa con i figli, a tutela della salute dei nonni e delle persone più deboli. A sostegno di questa misura va anche l’implementazione dello smart working, che il nuovo decreto prevede possa essere applicato “per la durata dello stato emergenziale, anche in assenza degli accordi individuali previsti” tra datore di lavoro e dipendente.
Le misure adottate dal Governo mettono però in luce l’ottica “emergenziale” in cui è confinata la famiglia all’interno delle politiche centrali, lontana dall’essere considerata una risorsa sulla quale investire in modo strutturale. L’allarme arriva dal presidente del Forum nazionale delle Associazioni Familiari, Gigi De Palo, che riporta all’attenzione del Governo l’adozione dell’assegno unico – l’Italia è la sola in Europa a non averlo – come vero strumento a sostegno delle famiglie: “Se avessero fatto l’assegno unico nella legge di bilancio adesso le famiglie sarebbero meno stressate – ha spiegato – Gli altri Paesi hanno un assegno di circa 250 euro mensili per figlio indipendentemente dal reddito, perché un figlio da crescere e da educare viene considerato come “bene comune””.
De Palo si è poi espresso sulle misure previste dal nuovo decreto, lanciando un suggerimento: “Ben vengano smart-working, voucher per le baby sitter e proposte per tenere a casa un genitore dipendente, ci permettiamo però di lanciare al Governo e Istituzioni un’idea che sosterrebbe economicamente anche tutti i lavoratori atipici e le partite Iva che in questi giorni scontano il prezzo dello stop dell’attività scolastica”, proponendo di “sospendere fino al termine dell’emergenza le rate dei mutui delle famiglie italiane”. Si tratterebbe di una sorta di “favore” che gli istituti di credito restituirebbero alle famiglie: “Quando si verificò la grave crisi finanziaria e il crack di tanti istituti di credito a livello mondiale, le famiglie hanno aiutato con il loro risparmio le banche a non fallire – ha concluso De Palo – un’iniziativa di questo tipo alleggerirebbe le famiglie e per renderla esecutiva basterebbe un decreto -legge”, confidando nello spirito di collaborazione dell’Abi.
Micol Mulè