venerdì, Novembre 22, 2024
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    Il lavoro femminile ai tempi del Coronavirus: intervista a Carolina Pellegrini

    Carolina Pellegrini, laureata In Lettere moderne all’Università Statale di Milano a pieni voti, dal 2012 è Consigliera di Parità in Regione Lombardia e nella sua veste istituzionale ha collaborato come docente a diverse edizioni dei Corsi “Donne , politica ed istituzioni” in Università Statale ed ha contribuito alla formazione ed al rafforzamento dei Comitati Unici di Garanzia di molti Enti Pubblici di Regione Lombardia- Oggi lavora come libera professionista presso la Fondazione Clerici, il Centro di Consulenza per la Famiglia e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

    Parlare di lavoro femminile in questo momento complesso del Covid-19 ha senso?

    Parlare di lavoro femminile in un momento come questo può apparire folle, ma saremmo folli e assolutamente incapaci di guardare la realtà e non lungimiranti, se non lo facessimo
    Quest’anno la festa della donna cade in uno dei momenti più difficili che il nostro Paese abbia mai vissuto
    Paura, cambio radicale delle abitudini, forte incertezza per la nostra salute e per una nuova e pesantissima crisi economica che in poco più di due settimane sta già facendo danni gravissimi

    Che riflessioni a caldo si sente di fare in questo momento?

    Sostanzialmente due

    La prima: purtroppo i dati sull’andamento del Mercato del lavoro di gennaio vedevano una flessione negativa ed è evidente che gli anelli fragili sono le donne ed i giovani
    La crisi odierna provocata dalla diffusione del Covid-19 produrrà inevitabilmente effetti molto negativi sul gender gap ampliandolo notevolmente
    Paradossalmente potrebbe accadere l’esatto contrario di quanto avvenuto nella precedente grande crisi economica iniziata nel 2007
    In quell’occasione la segregazione orizzontale femminile aveva preservato gran parte dell’occupazione delle donne.

    Cosa significa questo?

    Essendo le donne occupate principalmente in determinati settori ( scuola, cultura, servizi, terziario e sanità) che hanno sentito molto meno l’effetto della crisi, è accaduto che in moltissimi casi proprio le donne hanno sostenuto la famiglia con il loro reddito
    Infatti se si riguardano i dati sull’occupazione per esempio della Lombardia negli anni 2013-2016 si vede chiaramente che il lavoro femminile ha tenuto, sia quello dipendente, sia quello imprenditoriale, o libero professionale facendo parlare addirittura di ‘’ femminilizzazione del lavoro’’.
    Oggi purtroppo quella stessa segregazione orizzontale, sarà deleteria perché la crisi determinata dal Covid-19 impatta drammaticamente su quei settori ( servizi, turismo, terziario e in tutti quelli che richiedono relazioni tra persone) dove è altissima la presenza delle donne
    Per non parlare poi dei settori destrutturati o di difficile regolazione giuridica, tutti i lavori atipici in sintesi come i servizi di cura e assistenza alle persone o alle famiglie che purtroppo si avvalgono spesso di forme non regolari di contratto e infine dei milioni di Partite Iva.

    La seconda riflessione?

    L’organizzazione del lavoro e la conciliazione vita-lavoro
    Su questi temi il faro non è mai stato acceso davvero. Tanti interventi estemporanei, tante parole, ma la realtà ci dice che manca assolutamente quel cambiamento culturale che faccia cambiare marcia ai datori di lavoro e faccia capire alla politica che le pari opportunità non sono solo le quote o la violenza, ma anche la partecipazione economica delle donne per la ricchezza di tutto il paese
    Oggi cosa sta accadendo? Anche qui paradossalmente si è invertita la tendenza. Lo Smart Working diventa in qualche modo ‘’ la salvezza’’ per tanti e tante e che in un momento difficile rappresenta uno strumento di straordinaria efficacia per rispondere alla crisi nell’ottica di innovazione sociale.

    Bene ha fatto il governo ad agevolarlo nelle diverse forme esistenti per tutti i lavoratori dipendenti e la novità consiste nella semplificazione della procedura per accedervi, ma si tratta di una disposizione transitoria legata alle misure di contenimento del contagio Covid-19, ma questo potrebbe essere il momento di svolta per modificare la Legge del 2017 per renderla più adeguata rilanciando un modello organizzativo del lavoro davvero innovativo
    Purtroppo oggi l’organizzazione del lavoro è ancora legata ad un modello maschile. Questo ‘’imprevisto’’ del Covid-19 sfida l’organizzazione del lavoro perché ‘’operare in remoto’’ cioè fuori dall’ufficio serve anche agli uomini, come agli uomini serve flessibilità per poter gestire l’ emergenza della chiusura delle scuole e dei luoghi di aggregazione per anziani e bambini
    In questo momento paradossalmente servono molte misure che noi chiediamo da anni per l’inclusione delle donne nel Mercato del lavoro.

    Quali provvedimenti d’urgenza potrebbero essere messi in campo oggi per fronteggiare emergenza?

    Non mi sono mai piaciuti i provvedimenti in pillole ma oggi purtroppo serve fronteggiare nell’immediato i grandi disagi che il cambio repentino delle abitudini ha provocato
    Servono congedi parentali straordinari, voucher baby sitter, e ammortizzatori sociali per le Partite Iva
    Il dato triste su cui sto riflettendo è che ancora una volta l’emergenza spinge ad interventi straordinari. Un grande Paese certe misure le avrebbe già messe in campo da tempo, e non in modo disorganico, ma sistemico.

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