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    Coronavirus e decreto: dall’hinterland milanese al capoluogo è stretta

    Pioggia di ordinanze di chiusura degli Amministratori locali per evitare assembramenti. Sala: “Invito tutti a tenere dei comportamenti in linea con le regole stabilite”.

    Che l’ultimo decreto fosse controverso è cosa nota, particolarmente nel punto riguardante gli spostamenti consentiti. Se la richiesta del premier Conte è quella di evitare quanto più possibile di uscire – salvo per comprovati motivi di lavoro, salute e necessità – come regolarsi su passeggiate o jogging al parco? Interpretazioni a parte, la risposta arriva direttamente in un tweet del Sottosegretario alla Salute Sandra Zampa: “Per chiarezza in tema di coronavirus e comportamenti: lo sport e le attività motorie svolte negli spazi aperti sono ammessi nel rispetto della distanza di interpersonale di un metro. In ogni caso bisogna evitare assembramenti”.

    Ecco il punto dirimente, tuttavia contenere gli assembramenti all’interno delle aree verdi metropolitane non è affare da poco. Complice la chiusura dei centri sportivi e la voglia di concedersi almeno un’ora d’aria dalla quarantena forzata, nello scorso week end i parchi principali di Milano e dintorni sono stati presi letteralmente d’assalto. A mettere un freno ad una situazione potenzialmente pericolosa per la tutela della salute pubblica, ci hanno però pensato numerosi Amministratori locali firmando ordinanze che dispongono la chiusura di parchi, giardini pubblici e aree giochi, affiancata al presidio dei grandi parchi metropolitani, come il Parco Nord di Milano, che non prevedono recinzioni. Scelte singole per il momento, che però richiederebbero un’interpretazione univoca del decreto in modo tale da consentire una linea comune di intervento. Di questa necessità si è parlato ieri in Regione insieme agli Amministratori di dodici grandi città lombarde intenzionate ad estendere queste misure nei loro territori, e già nei prossimi giorni potrebbe essere diramata un’indicazione ufficiale alla quale attenersi a livello regionale.

    Nel frattempo, dopo la decisione di Città Metropolitana di chiudere l’Idroscalo già dal 10 di marzo fino al 3 aprile, la stretta sulle aree verdi cittadine ha preso piede nei Comuni dell’hinterland milanese estendendosi con effetto domino fino a Milano, dove ad essere chiamato in causa è il Sindaco Beppe Sala, che ha disposto la chiusura al pubblico di tutti i parchi recintati a decorrere da sabato 14 marzo.

    Dal weekend saranno quindi off limits il parco Sempione, i giardini Montanelli e il parco Alessandrini, mentre per le altre aree verdi cittadine non provviste di recinzione, saranno implementati i controlli da parte delle Forze dell’Ordine. L’annuncio è arrivato direttamente dalla pagina Facebook del primo cittadino milanese che ha sottolineato il carattere prudenziale del provvedimento, onde evitare di replicare gli assembramenti dello scorso fine settimana: “Nel pomeriggio firmerò un’ordinanza per chiudere i parchi recintati – ha spiegato nel video – È necessario farlo, non possiamo estendere la stessa regola ai parchi sprovvisti di recinzione ma invito tutti a tenere dei comportamenti in linea con le regole stabilite”.

    E laddove non ci sono recinti da chiudere, ci si affida al perimetro della responsabilità personale auspicando che ciascuno faccia proprio il concetto cardine del decreto, semplificato nell’hashtag #iorestoacasa, unico modo certo – almeno per ora – per interrompere la diffusione del contagio.

    Micol Mulè

     

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