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    La Sicilia si blinda: blocco dei collegamenti aerei

    Rientrate oltre 31.000 persone in pochi giorni

    È stata raggiunta l’intesa con il governatore Musumeci che già da tempo aveva chiesto il blocco dei voli per la Sicilia, preoccupato per il rientro degli emigrati siciliani al Nord.

    La ministra Paola De Micheli ha firmato il decreto.

    L’accordo tra Musumeci e la ministra prevede la sospensione dei collegamenti aerei, nazionali e internazionali, ad eccezione di due voli al giorno tra Roma e Palermo-Catania; il blocco di tutti i servizi automobilistici interregionali e dei servizi marittimi per il trasporto dei passeggeri, garantendo solo quello merci. Saranno possibili gli spostamenti per i passeggeri da Villa San Giovanni e Reggio Calabria a Messina e viceversa, ma solo per comprovate esigenze di lavoro o di salute. Con Roma sarà mantenuto un solo treno intercity al giorno.

    Chiesti controlli sanitari più serrati su passeggeri in arrivo e conducenti di mezzi che trasportano merci.

    La decisione è stata presa anche osservando con ansia la situazione della sanità lombarda, la migliore in Italia, che è giunta quasi al collasso. Se nell’isola dovese verificarsi un numero di contagi simile a quello delle regioni del Nord, la situazione diverrebbe catastrofica.

    Anche se fino a questo momento la diffusione appare contenuta” – dice il governatore Musumeci –

    è chiaro che bisogna essere preparati al peggio. Abbiamo già preparato reparti da convertire per realizzare 1.000-1.500 posti per ospedalizzazione ordinaria e 200 posti per terapia intensiva”.

    L’altro problema è l’assunzione di personale medico capace di far fronte ad un’eventuale ed improvvisa ondata di ricoveri. Inoltre le strutture sanitarie sono alquanto carenti, specie in alcune zone, nemmeno paragonabili a quelle lombarde.

    Se una tale misura fosse stata adottata per la Regione Lombardia, per il Piemonte o l’Emilia Romagna, probabilmente avremmo visto la gente andare incontro all’ansia e alla disperazione.

    In Sicilia invece il blocco dei voli non ha suscitato particolari disagi.

    Per quanto riguarda gli studenti fuorisede, gran parte di essi ha già fatto ritorno nella propria residenza. Si sono denunciate, in ottemperanza all’ordinanza della Regione Sicilia, circa 31.000 persone. E chissà quante altre persone non l’hanno fatto. Alcuni di loro sono rimasti al Nord prevalentemente per motivi di lavoro. L’idea più diffusa era quella di scendere per le vacanze di Pasqua, un’intenzione questa sempre più remota.

    La popolazione è consapevole della gravità della situazione, che è meglio prevenire che curare. La priorità è in questo momento la salute. Osservare il sistema sanitario lombardo andare in tilt fa ancora più paura del virus stesso. Una situazione analoga qui in Sicilia sarebbe ingestibile.

    Un agente di commercio del settore alimentare a malincuore mi dice: “Qui è tutto bloccato, sono saltate le riunioni d’azienda, facciamo ormai tutto dall’ufficio per mail o per telefono. Nessuno esce di casa. Il blocco dei voli non ci cambia la vita, l’importante è che non ci blocchino le merci. In quel caso sì, sarebbe una tragedia e parecchia gente finirebbe in rovina.”.

    Insomma il blocco dei voli non fosse stato confermato poco cambiava. Un gran numero di aziende aveva già sospeso, in ottemperanza alla legge e alla prevenzione, molte conferenze, meeting aziendali, riunioni, che erano in programma. Ce lo conferma il buyer di un’importante catena di supermercati dell’isola, la “Despar”: “Prima del blocco avevamo in programma due trasferte nel mese di Marzo, ma erano già state annullate a causa dell’emergenza. Comunque non ci fermiamo, per queste occasioni utilizzeremo Skype o altri strumenti che la tecnologia ci offre”.

    Il blocco dei voli ha invece causato qualche problema ad un agente di commercio del settore dei parrucchieri. Le sale dei parrucchieri, ricordiamo, potevano restare aperte fino a Mercoledì, salvo poi essere state chiuse con il successivo decreto insieme a gran parte delle attività commerciali. Già questo è stato un duro colpo, aggravato ulteriormente dal blocco dei voli. “A fine mese saremmo dovuti partire in Inghilterra per un importante corso di formazione in programma da un anno, adesso non è più possibile”.

    L’agente commerciale, Christian Bongiovanni lamenta di alcune scelte prese dal governo, a suo parere in modo erroneo: “O chiudi tutto o lasci aperto quello che puoi lasciare aperto. Nelle sale dei parrucchieri funzionava tutto molto bene, tutti indossavano le mascherine e le distanze erano mantenute. Nei supermercati, anche se fai entrare la gente a uno a uno, entrano ed escono in un giorno centinaia di persone. I carrelli che tocchiamo non sono disinfettati. Entrando in banca l’altro giorno, ho visto che non venivano rispettate le distanze. Inoltre non è chiaro se si possa uscire per passeggiare o meno. La gente qui se intende uscire di casa, esce serenamente, con la scusa del supermercato o delle sigarette. Ci sono pochissimi controlli.”.

    Bongiovanni non risparmia una stoccata ai dipendenti statali: “Molti di loro sono contenti di restare a casa, hanno lo stipendio assicurato. Ma a noi partite IVA chi ci garantisce?”.

    Una situazione talmente particolare non si era mai verificata qui, come nel resto del Paese.

    Affacciandomi dal balcone ieri alle 18.00 ho assistito ad un memorabile concertino del mio palazzo, mai accaduto prima, nemmeno ai mondiali di calcio. Osservando il tramonto del sole con in sottofondo la canzone classica “Gianna” di Rino Gaetano, mi chiedo quando arriveremo all’epilogo di questo incredibile capitolo di storia.

    Andrea Curcio

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