In un’intervista al Corriere della Sera il Ministro per il Mezzogiorno Provenzano ha avuto modo di rispondere così sul lavoro nero ad una domanda rivolta dal giornalista:
Molti a Sud lavoravano in nero e oggi stanno perdendo il loro reddito. Come si aiutano?
«Inutile nasconderselo, l’economia meridionale ha una vasta zona grigia di sommerso che ha riflessi anche sull’economia legale. E le misure che il governo ha messo in campo fin qui hanno privilegiato l’emerso, com’era inevitabile. Ma se la crisi si prolunga dobbiamo prendere misure universalistiche per raggiungere anche le fasce sociali più vulnerabili: le famiglie numerose, oltre a chi lavorava in nero. Non basta la cassa integrazione in deroga per gli artigiani».
Facciamo un respiro. Un respiro profondo. E cerchiamo di non trascendere. Il Ministro, io lo spero davvero perché in caso contrario ci sarebbe dolo, ignora. Ignora molte cose. Ignora in primis che, un discreto numero di lavoratori in nero non hanno affatto perso nulla. E quelli che hanno, poveretti, perso il lavoro prendevano già il reddito di cittadinanza probabilmente. Ignora anche che, a questi ultimi, è stato pure tolto l’onere di cercarsi un lavoro dal Decreto “Cura Italia”. O di fingere di farlo, lasciando pure più tempo per le attività extra curriculari.
Ignora, il Ministro, che questa gente ha sempre, costantemente, costitutivamente pesato sulle spalle di chi ha fatto l’assurda scelta di essere regolare. Gli ha fatto concorrenza vendendo merce contraffatta e esentasse. Gli è costata con i piccoli e grandi ricatti dei parcheggi abusivi. Gli ha rotto, francamente, le palle con la vendita di carabattole. Tutto questo invariabilmente tollerato perché costava di più sequestrargli la merce che fingere non esistessero. O perché era decisamente più pericoloso far rispettare loro la legge che alle partite Iva.
Ecco, questo popolo, cui lo Stato ha consentito di proliferare, è tecnicamente nullatenente. Quindi, ignora il Ministro, può accedere al reddito di Cittadinanza. Che verrà versato tranquillamente loro ogni mese. Nella loro comoda card. Senza dover fare i click day, senza dover aspettare i comodi dell’INPS per sapere quando e se i soldi arriveranno. A cui le tasse non vengono semplicemente rinviate. Ma col cavolo, non le hanno proprio. Poi essendo nullatenenti hanno uno dei welfare più espansivi del mondo a disposizione. Sanità gratuita ed altissimi livelli. Ma poverini non basta.
No, affatto, vogliono altro. Soldi. Cash, preferibilmente. Tanto paga Pantalone.
E per carità patria non inizierò a toccare il capitolo criminalità organizzata. Formata, per la previdenza sociale, da agricoltori e disoccupati. Soprattutto disoccupati. I quali non hanno mai avuto, come dimostrano i controlli delle Forze dell’Ordine, scrupoli a chiedere ogni aiuto che il loro più acerrimo nemico, lo Stato, mettesse loro a disposizione. Quindi, io voglio credere, fortissimamente credere, che il Ministro ignori.
L’altra possibilità, ovviamente, è che il bacino superstite di voti al Sud dei Cinque Stelle siano proprio i lavoratori in nero, l’economia informale e tutto il resto di quella umanità che adora l’onestà se applicata ferocemente agli altri e bonariamente a sé stessi. E che quindi siamo di fronte alla campanella del pranzo. Prego, signori, si accomodino: il pasto è servito e pagato. Pagato da chi è stato chiuso con la forza dello Stato e ignorato, nelle richieste e nelle suppliche, con il cinismo di un Governo senza priorità. E senza, tocca con amarezza dirlo, il minimo senso dell’opportunità politica.