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    Attività economiche: quando riaprire?

    Sotto pressione, il governo arranca e cerca di capire come evitare il collasso del paese. Imperativo far riaprire alcune realtà produttive.

    Ormai è quasi aprile e in molti si chiedono quando potranno riaprire cantieri e attività produttive. Attualmente non è stata fissata una data precisa: l’unica cosa che sappiamo è che la serrata continuerà almeno per altre due settimane, ma il governo è sotto pressione e sta cominciando a valutare un piano per riaprire gradualmente alcune imprese e fabbriche.

    Sì perché se da un lato la priorità in questa situazione emergenziale è il successo sanitario, cioè il contenimento del contagio, dall’altra parte il paese rischia il collasso se alcune attività economiche restano chiuse per troppo tempo. È la circostanza in cui si passa da un lockdown al knockdown della nazione. Da tempo ormai diversi soggetti fanno pressing sul governo il quale sembra essersi reso conto del rischio che corriamo: Conte ha affermato in un’intervista al quotidiano spagnolo El Pais che «è impossibile assumere un impatto economico di questo livello» per troppo tempo. Il premier italiano, pur difendendo le misure radicali attuate nei confronti della maggior parte delle attività produttive, riconosce la necessità di tornare ad aprire alcune realtà.

    Ecco che allora dopo Pasqua potrebbe cominciare a smuoversi qualcosa. Per esempio potrebbe ripartire il comparto della meccanica legato alle attività ancora aperte perché ritenute essenziali, come quelle agro-alimentare e sanitaria in primis assieme alla filiera della logistica, dei trasporti e dell’energia. Al vaglio anche la riapertura di esercizi commerciali relativi all’abbigliamento e le cartolerie. Ovviamente è una pia illusione quella di poter tornare a lavorare come prima da un giorno all’altro: saranno necessari tutta una serie di accorgimenti che dovranno seguire delle linee guida comuni, dei protocolli di sicurezza che prevedano l’uso di materiale protettivo come mascherine e guanti e il mantenimento della distanza tra lavoratori, laddove possibile. Il problema è che esistono tutta una serie di cantieri come quelli delle grandi opere infrastrutturali o i lavori per la ricostruzione post terremoto nelle Marche, che non possono restare chiusi un altro mese.

    È molto probabile invece che le ultime attività a essere riaperte saranno quelle considerate “meno essenziali” quali la scuola, dal momento che molti istituti si stanno arrangiando con la didattica online, e quei lavori che richiedono necessariamente il contatto fisico come il parrucchiere. Così come quelle realtà associate allo svago come cinema, discoteche, bar e ristoranti. Un grande punto di domanda rimane in merito al settore turistico, dal momento che se è vero che le vacanze non possono essere considerate una priorità in questo momento, dall’altra parte alcune zone d’Italia sopravvivono unicamente grazie al turismo dei mesi estivi.

    Palazzo Chigi sta programmando un nuovo incontro con sindacati e Confindustria e parallelamente sta raccogliendo le indicazioni dei vari ministeri sulle attività di loro competenza. Conte insiste sulla gradualità delle riaperture, ma il tempo stringe e ogni giorno che passa comporta una difficoltà in più quando dovremo rialzarci.

    Simone Fausti

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