Al vaglio del Miur la definizione del piano, previsto dopo Pasqua. Tutto dipenderà dalla riapertura – o meno – della scuola.
Sono ore febbrili per il Ministero dell’Istruzione impegnato a varare un piano definitivo per la conclusione dell’anno di scuola. In molti, dal corpo docente fino agli studenti che dovranno affrontare l’esame di maturità, attendono direttive chiare e certe sulle modalità di proseguimento e soprattutto di chiusura di una stagione che si è trovata ad affrontare una “sfida senza precedenti”, come dichiarato dallo stesso Ministro Azzolina.
Per avere certezze si dovrà attendere dopo Pasqua, quando verrà reso noto il piano d’emergenza relativo all’istruzione, al momento al vaglio della task force di viale Trastevere. Per ora bisognerà accontentarsi di quanto è trapelato dagli uffici del Miur, come riferisce il quotidiano Repubblica, ovvero esami di terza media e maturità in versione light e promozione per tutti gli studenti di ogni ordine e grado. Su quest’ultimo punto, però, è da escludere il paventato “6 politico”, il Ministero sta lavorando ad una messa a punto del sistema di valutazione che consentirebbe ai professori di promuovere gli studenti anche in presenza di debiti formativi in una o più materie, a condizione che il voto negativo del primo quadrimestre sia stato superiore al 4.
Il nodo più complesso rimane però quello legato allo svolgimento degli esami di fine ciclo, terza media e maturità. Sebbene tutti promossi significhi anche tutti ammessi, l’esame di Stato è quello che desta più preoccupazione tra i docenti e i 460mila studenti che si troveranno ad affrontarlo. Per il momento, scartata l’ipotesi del rientro tra i banchi di scuola subito dopo Pasqua, rimangono aperti due scenari al vaglio del Miur.
Il dato di partenza è che l’esame si farà, quando e come dipenderà dall’eventuale rientro a scuola. Nel primo scenario si ipotizza un possibile rientro in classe nella prima decade di maggio, questo garantirebbe di recuperare un mese di programmazione – poca cosa ma meglio di niente – e di conseguenza dare corso alle due prove scritte, italiano e seconda prova. L’esame di italiano in calendario il 17 giugno rimarrebbe a carattere nazionale, tenendo conto però dello svolgimento limitato del programma del secondo quadrimestre. Stesso discorso anche per la seconda prova, quella d’indirizzo, che se normalmente è la più temuta dagli studenti – al classico accorpa latino e greco e matematica e fisica per lo scientifico – ora lo è più che mai, vista la frammentazione dei programmi. L’ipotesi più papabile è che venga dato il via libera alle commissioni interne per elaborare la prova che, in questo modo, sarebbe diversa per ciascuna classe ma avrebbe più attinenza alla reale programmazione svolta. Invariato invece l’esame orale, da svolgersi secondo la modalità tradizionale.
Il secondo scenario è il più temuto ma anche il più probabile, ovvero il non rientro a scuola. In tal caso l’esame di maturità sarebbe molto più che semplificato, perché andrebbe ad eliminare gli scritti in favore di un unico esame, quello orale, che verrebbe “rinforzato” nei suoi contenuti. Si tratta di un’ipotesi già collaudata, esistono infatti due precedenti legati agli eventi sismici del 2009 all’Aquila e di tre anni dopo nel modenese. In questo caso l’orale sarebbe più impegnativo, almeno un’ora piena di colloquio con esercizi specifici d’indirizzo a seconda della tipologia di scuola. Secondo questa ipotesi, l’esame orale da solo varrebbe 60 punti su 100– comprendendo il punteggio non assegnabile degli scritti – al quale andranno sommati i restanti 40 punti che derivano dalle medie del terzo e quarto anno del percorso superiore. La data prevista potrebbe essere il 17 giugno, al posto dello scritto di italiano, con il termine della sessione entro la metà di luglio. Scenario analogo per l’esame di terza media, dove l’ipotesi dell’orale rinforzato sembra la più percorribile.
Tutti promossi però non equivale a tutti preparati, per questa ragione il Miur sta lavorando ad un piano di recupero della programmazione arretrata da concentrare nei primi due mesi del nuovo anno scolastico. Che si prospetta tutto in salita, con buona pace di studenti e insegnanti.
Micol Mulè