Scontro PD-5 stelle sulle garanzie per garantire liquidità
In queste ore il governo Conte sta mettendo a punto le misure del decreto liquidità.
Nelle bozze del documento si parla di estendere a tutto il 2020 le norme contenute nel Decreto “Cura Italia” sul fondo di garanzia.
Questo provvedimento servirà come anticipazione del più corposo decreto di Aprile in cui saranno previste misure assistenziali e ammortizzatori sociali, atteso per metà mese.
Tra le norme in arrivo, anche una maggiorazione degli indennizzi e delle tariffe riconosciute ai privati che hanno messo a disposizione strutture sanitarie per l’emergenza.
Stefano Patuanelli, titolare del Mise ha indicato i tre temi fondamentali: aumentare le garanzie per i prestiti alle imprese, snellire la burocrazia e lo stanziamento di circa 7 miliardi di euro fino alla fine dell’anno.
L’argomento centrale è l’impulso ai prestiti per gli imprenditori. Questo grazie all’introduzione della garanzia al 100% per somme fino a 25mila euro (senza alcuna valutazione sul merito del credito), garanzia al 90%, con la possibilità di raggiungere il 100% in presenza della garanzia di Confidi, , consorzio italiano impegnato nell’attività di prestazione di garanzie alle imprese per agevolarne l’accesso ai finanziament. per prestiti fino a 800mila. invece, garanzia secca euro al 90% per prestiti maggiori, fino al 25% del fatturato.
Sospesi anche i pignoramenti da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Altra grande novità del decreto liquidità imprese è lo slittamento delle scadenze fiscali fissate per il 16 aprile e il 16 maggio 2020. La proroga interessa ritenute, contributi e pagamenti di Iva. La misura si estende anche alle partite Iva che hanno beneficiato della proroga del precedente decreto Cura Italia.
C’è in discussione anche il rafforzamento del Golden Power, ovvero lo scudo normativo per evitare che le imprese italiane, soprattutto in settori strategici, siano acquistate da capitali stranieri. Plausibilmente, nel decreto liquidità saranno aumentati i poteri speciali del Governo in ordine alla valutazione e all’opposizione all’acquisto oppure alla possibilità di dettare condizioni di vendita.
Tra i partiti di maggioranza il confronto si è acceso sull’ipotesi del Tesoro, di affidare l’ombrello per le imprese medie e grandi a Sace, riportando la società nel portafoglio Mef: i Cinque Stelle hanno fatto muro su questa opzione, appoggiata invece dal Pd.
Ma le discussioni, nella maggioranza e con l’opposizione, si sono concentrate anche sul livello delle garanzie. Italia Viva e i Cinque Stelle spingono per ampliare il più possibile la copertura del 100%, che di fatto permette di aggirare lo scoglio delle valutazioni sul merito di credito. Ma l’ostacolo, non piccolo, è rappresentato ancora una volta dalla finanza pubblica. Perché gli spazi fiscali aggiuntivi arriveranno solo con il via libera al nuovo deficit, atteso all’esame del governo in settimana dopo un Eurogruppo che difficilmente si rivelerà decisivo.
Andrea Curcio