La presidente von der Leyen avrebbe in mente un piano dove sarebbe la Commissione a emettere gli eurobond, con l’obiettivo di raccogliere un trilione di euro.
Ursula von der Leyen, in vista della riunione dell’Eurogruppo di giovedì 23 aprile, dovrebbe presentare un piano che consiste nella raccolta di almeno 1000 miliardi sui mercati tramite l’emissione di bond europei gestiti direttamente dalla Commissione Europea. Tali risorse sarebbero finalizzate ad aiutare i paesi maggiormente colpiti dalla pandemia.
Da qualche settimana tutti i cittadini europei stanno assistendo allo scontro tra due fazioni: i Paesi del Nord, quali Olanda, Germana, Svezia, Danimarca, fortemente contrati alla mutualizzazione del debito, e i Paesi del Sud, quali Italia, Francia e Spagna, che chiedono una maggiore solidarietà. In mezzo, la Commissione, guidata dalla von der Leyen, ex ministro di Angela Merkel, che più volte ha espresso parole di sostegno a favore dell’Italia e che ora potrebbe giocare un ruolo decisivo non solo nel convincere gli Stati Membri a portare a casa un accordo comune, ma anche sul fronte operativo.
Ciò che rende solido il piano della Commissione è che sarà essa stessa a collocare sui mercati tali bond, mettendo come garanzia il suo bilancio 2021-2027 e godendo di un rating da Tripla A. L’obiettivo è ambizioso: 1000 miliardi che vanno a sommarsi alle misure già approvate dall’Eurogruppo, per un totale di 1500 miliardi. L’ipotesi di tale piano è che i soldi raccolti vengano prestati agli Stati in parte a fondo perduto, in parte a tassi molto contenuti e con tempistiche di rimborso attorno ai vent’anni.
Tale piano, che vede la Commissione agire un prima linea, potrebbe incontrare il favore della Germania, in quanto in tale modo si eviterebbe una mutualizzazione diretta dei debiti nazionali. Rimane un problema non indifferente: le tempistiche. Per poter attuare questa strategia, è necessario prima approvare il bilancio europeo 2021-2027, su cui ancora una volta ci sono diversi contrasti tra i vari Paesi. Ma alcuni Stati, come l’Italia, hanno bisogno di risorse e liquidità immediate, soprattutto se la fase 2 si tradurrà in riaperture molto diluite nei prossimi mesi.
Nel frattempo vengono avanzate altre ipotesi. Secondo quanto riporta il Financial Times, alcuni funzionari della BCE vorrebbero proporre una bad bank europea con l’obiettivo di pulire e alleggerire i bilanci delle banche che hanno ancora i crediti deteriorati della vecchia crisi finanziaria e che ora si troveranno ad affrontare quei crediti derivanti dalle ricadute economiche della pandemia. Anche in questo caso ci sono opinioni contrastanti, dal momento che la Commissione Europa non è favorevole ad abbandonare le regole sul bail in secondo le quali gli aiuti pubblici possono entrare in gioco solo dopo che l’intervento risolutivo ha imposto le perdite a obbligazionisti, azionisti finanche a coloro che avevano depositi superiori a 100mila euro.
Simone Fausti