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    Coronavirus e disabili: Intervista a Giusy Versace

    Ringraziamo l’On. Versace per aver accettato di confrontarsi con noi sul tema della disabilità, del lavoro e del Coronavirus.

    In un tweet lei, On. Versace, ha affermato che proporrà, mediante un ordine del giorno, di estendere anche ai percettori degli assegni di invalidità il bonus di 600€. Ci può spiegare bene questa proposta?

    Questa proposta è la risposta ad una discriminazione grave che ho segnalato più volte. Molte persone con disabilità sono state di fatto escluse dal bonus di 600€. La norma lascia spazio ad equivoci e libere interpretazioni per cui Inps e governo continuano a scambiarsi circolari. L’assegno di invalidità, che ricordo ammonta a circa 290 euro, costituisce un’integrazione al reddito professionale ridotto per via della diminuita capacità lavorativa e per i costi che spesso si è costretti a sostenere a causa di patologie che rendono meno remunerativa l’attività del libero professionista. È ben diverso dal percepire una pensione diretta di anzianità o vecchiaia. Diverse le finalità e gli importi. Per questo motivo ho presentato un ordine del giorno al Cura Italia, perché questa situazione sia chiarita una volta per tutte. È incredibile che, come al solito, siano proprio i più fragili a dover lottare con la burocrazia per vedersi riconosciuti i propri diritti. Il Governo, anziché chiedere all’Inps l’adozione di circolari correttive, dovrebbe intervenire con una norma interpretativa chiara che consenta a chiunque ne abbia diritto di accedere ai benefici previsti dal decreto.

    Come tutte le categorie, anche i lavoratori disabili si ritroveranno alla fine di quest’epidemia penalizzati dal punto di vista occupazionale. Avete qualche proposta su come affrontare questo tema?

    Questo è una piccola battaglia personale vinta. Ho chiesto sin da subito che in questa fase emergenziale serviva un immediato aiuto ai lavoratori con disabilità ed i loro familiari chiedendo di estendere i permessi lavorativi della L.104, per tutto il periodo dell’emergenza. La legge, infatti, consente di avere 3 giorni di permessi retribuiti al mese. Nel Cura Italia è stata accolta la mia richiesta di estenderli con il riconoscimento di ulteriori 12 giorni complessivi e che sommati ai 3 di marzo e i 3 di aprile, fanno un totale di 18 giorni di permessi retribuiti per due mesi. L’obiettivo è di intervenire anche sul decreto di aprile perché siano estesi a tutta la durata dell’emergenza.

    Lei che ha sempre avuto a cuore il mondo dello sport, come reputa le attuali restrizioni del Governo sulla possibilità di praticare attività sportiva?

    Chiudere e limitare le attività sportive, vista l’emergenza sanitaria, era una scelta obbligata. Ora che ci stiamo avvicinando alla famosa “fase 2” la verità è che mancano delle vere linee guida che aiutino a comprendere meglio quali impianti potranno aprire e con quali condizioni di sicurezza per i lavoratori e per gli stessi atleti. Se pensiamo poi agli atleti paralimpici, il tutto si complica ulteriormente. Molti di loro, a seconda della patologia, necessitano di assistenze di accompagnatori di guide che difficilmente potranno rispettare il distanziamento. Il governo, a riguardo, non si è ancora pronunciato. Le federazioni attendono indicazioni chiare e rapide sui tempi e soprattutto sulle modalità in cui si potrà riprendere l’attività. Sono a capo del dipartimento pari opportunità e disabilità nel mio partito e confesso di essere in difficoltà perché continuo quotidiane richieste di chiarimenti a cui non so dare risposte. Si brancola nel buio. Al momento vedo solo caos ed incertezza ed il 4 maggio si avvicina.

    Com’è l’attività parlamentare ai tempi di Coronavirus?

    Ancora più complicata del normale. La cosa che mi ha deluso è che in un momento come questo si sperava nella collaborazione, in un governo di unità per tutelare la salute di tutti. I cappelli politici e le polemiche in queste fasi così delicate, vanno lasciate nel cassetto!

    Invece si va avanti con i Dpcm…

    Il dialogo è venuto a mancare e si va avanti con questi decreti arbitrari che non sono condivisi con il Parlamento. A parte la delusione c’è anche la preoccupazione. Da sportiva sono sempre stata abituata a giocare di squadra, ma questo concetto sembra che il governo non lo comprenda.

    In questo modo sarà molto più difficile trovare soluzioni utili per i cittadini. Auspico nel buon senso e confesso che incrocio le dita ogni volta che Conte annuncia su facebook una sua conferenza stampa.

    Andrea Curcio

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