L’azienda bresciana Isinnova ha lanciato una raccolta fondi per poter spedire le stampanti 3d in tutto il mondo, permettendo agli ospedali di produrre le valvole respiratorie fondamentali per i pazienti covid-19.
Una campagna di raccolta fondi di Isinnova per inviare stampanti 3d in tutto il mondo al fine di realizzare le valvole delle maschere respiratorie. È questa l’idea lanciata da Isinnova, azienda bresciana, il cui ingegno è venuto incontro alle necessità imposte dall’emergenza coronavirus. Consapevoli che da qualche giorno è sotto attacco la cultura del fare e del costruire tipica della Lombardia, l’Informatore ha intervistato Cristian Fracassi, Ceo di Isinnova, per farsi raccontare una storia in cui creatività, ingegno e solidarietà vanno di pari passo.
Come è nata l’idea di questa campagna?
È la conseguenza di ciò che ci è capitato un mese fa, quando, su richiesta dell’ospedale di Chiari, realizzammo con la stampante 3d le valvole Venturi, fondamentali per collegare i macchinari alle maschere respiratorie. In seguito ci ha contattato il dott. Favero il quale aveva capito che in poco tempo venute a mancare le maschere respiratorie e quindi, dopo averci fatto delle lezioni di anatomia e sui polmoni, abbiamo progettato la valvola Charlotte che permette di trasformare una maschera di snorkeling in una maschera respiratoria.
A quel punto è girata la notizia e abbiamo ricevuto richieste da tantissimi ospedali in tutto il mondo. Ad oggi il nostro file, in cui è contenuto il progetto della valvola e che abbiamo deciso di rendere pubblico, è stato scaricato 2,5 milioni di volte e attualmente sono state fatte 150mila maschere di cui il 10% in Italia, 30mila in Brasile e in Francia e molte altre in diversi paesi.
Come mai avete deciso di inviare direttamente le stampanti 3d?
Perché a un certo punto ci siamo accorti che avevamo tante richieste anche da paesi più o meno poveri come Congo, Mozambico, Burkina Faso ai quali non bastava il file di progetto perché erano privi del macchinario per realizzare la valvola, cioè la stampante 3d. Per questo motivo abbiamo deciso di lanciare una campagna fondi per poter inviare a questi ospedali tutto il necessario.
Cosa comprende dunque questo pacco che inviate?
Contiene diversi strumenti. Anzitutto la stampante 3d e tre chili di materiale già idoneo per il contatto medicale che dovrebbe bastare per realizzare qualche centinaio di valvole. A ciò aggiungiamo un manuale di istruzioni, una scheda SD con dei file precaricati per la stampa di componenti di emergenza, materiale sanitario di vario genere come mascherine chirurgiche e guanti.
Quali sono i costi?
Per realizzare la valvola Charlotte, il cui diametro è di 22 millimetri, è sufficiente una stampante 3d che non costa molto. Il problema sono i costi di spedizione: dovendo mandare il kit in tutto il mondo, sono necessari centinaia di euro per pacco. Insomma, alla fine inviare tutto costa tra i 1200 e i 1500 euro. Noi inoltre abbiamo deciso di appoggiarci ad alcune Onlus per la spedizione, poiché queste realtà conoscono meglio di noi i destinatari e le loro necessità.
Come farete a verificare la qualità di ciò che verrà prodotto?
Il controllo della stampa è in mano a chi ha la stampante. Comunque basta verificare la solidità della valvola prodotta facendo pressione su di essa per testarne la robustezza. Io ci sono salito sopra in piedi e non si è rotta. Un modo non esattamente ortodosso, ma rende l’idea.
Il vostro progetto però non si limita solo alla spedizione delle stampanti
Esatto, il nostro obiettivo è quello di creare una piattaforma online in cui sia possibile scambiarsi i file e supportarsi a vicenda nella realizzazione dei componenti 3d. Guardando al medio termine, ci auguriamo di poter creare una sorta di community in cui, una volta finita l’emergenza coronavirus, un ospedale possa lanciare richieste per essere aiutato a realizzare ciò di cui ha bisogno. Condividere la conoscenza è il modo migliore per innovare.
Penso che questo detto di Confucio riassuma bene la filosofia che è all’origine di questa idea: “Se vuoi sfamare un uomo per un giorno, dagli un pesce. Se vuoi sfamarlo per tutta la vita, allora insegnagli a pescare”.
Simone Fausti