Mercoledì in Lombardia riapriremo i mercati locali grazie ad una nuova figura: il Covid Manager.
Chi sono queste nuove figure, i Covid Manager? I Comuni dovranno individuarli tra il personale amministrativo o i vigili. Dovranno vigilare, in sostanza, sugli aspetti fondamentali della normativa in tema di sicurezza e gestione dell’epidemia. Ma il discorso non si è fermato, come dimostra l’intervento della Giunta.
Sulle riaperture l’assessore agli enti locali Massimo Sertori ha infatti detto che “e’ in corso un’azione di sensibilizzazione verso il Governo per capire chi ricomincerà a lavorare non in base al codice Ateco ma in ragione del rispetto delle norme di sicurezza e sanitarie che e’ in grado di garantire. Auspichiamo ci siano regole certe previste da un Protocollo uguale per tutti, stabilito che dobbiamo imparare a convivere con il virus”.
Questo fa pensare che questa esperienza possa non essere limitata ai soli mercati. E perché mai dovrebbe dopotutto? E se la istituzionalizzassimo e la mettessimo a disposizione delle aziende che non se la possono permettere? Dopotutto è una figura transitoria che non si può identificare nell’RSPP, essendo in parte una sua controparte. Nel senso che deve verificare le procedure di sicurezza ed integrarle. In sostanza come un Responsabile della Protezione dei Dati, introdotto dal GDPR. Magari, per una volta, non a carico delle aziende.
Sarebbe una figura consulenziale fornita (e pagata) dalla regione per fornire pareri. Da usar ein tribunale, dalle imprese, per dimostrare quanto meno la volontà di adesione a protocolli e di partecipazione alla sicurezza del lavoratore. E, in parte, di certificazione dei limiti oggettivi di applicazione dei medesimi in casi concreti. Il fatto che fossero pagati dalla Regione risolverebbe il principale problema dei Responsabili della Protezione dei Dati, ovvero il conflitto di interesse tra chi ti paga (l’imprenditore) e l’interesse tutelato. Eviterebbe anche un onere in più epr le aziende, soprattutto PMI, che di tutto hanno bisogno, meno di questo.
Sarebbe anche positivo per evitare il fenomeno degli elettricisti divenuti improvvisamente esperti di normativa internazionale e Diritto dell’Unione Europea che ha piagato il settore privacy. Ma fornirebbe consulenti anche di alto livello (si pensi a tutti gli avvocati senza clienti e lavoro) alle imprese, con cui avviare un ciclo positivo di rigenerazione. E con i soldi risparmiati si potrebbe anche avviare un percorso di rinnovamento aziendale secondo logiche più moderne. Ci pensi la Regione, si tratta di un investimento tutto sommato modesto per un grande risultato.