La CEI in una nota durissima di disaccordo rivendica la libertà di culto. La sospensione delle celebrazioni in presenza dei fedeli apre uno scontro anche in seno alla maggioranza.
È un’alzata di scudi quella della CEI in disaccordo davanti alla decisione del Governo di mantenere la linea della sospensione delle celebrazioni liturgiche in presenza di fedeli. Dopo l’annuncio del premier Conte durante la conferenza stampa in cui è stato presentato il nuovo dpcm, non si è fatta attendere la nota della Conferenza Episcopale Italiana, dai toni durissimi.
Una posizione netta, molto diversa rispetto ai modi pacati cui i Vescovi italiani sono soliti esporsi, ma la misura è colma. La nota, richiamando in modo esplicito la pienezza dell’autonomia della Chiesa nell’organizzazione della vita della comunità cristiana, definisce come inaccettabile “vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”.
Non basta la tiepida apertura alle celebrazioni funebri – che rimangono comunque in un regime di rigore, al massimo 15 persone tra i parenti stretti e possibilmente all’aperto – quello che i Vescovi mettono nero su bianco è il venir meno alle trattative in corso ormai da tempo con il Ministero dell’Interno e la stessa Presidenza del Consiglio, un’interlocuzione fatta di orientamenti e protocolli presentati dalla CEI, che avrebbero consentito di riprendere in sicurezza le celebrazioni con i fedeli. Proprio la titolare del Viminale, Luciana Lamorgese, in un’intervista rilasciata la scorsa settimana ad Avvenire aveva lasciato aperto uno spiraglio in questa direzione, spiegando che “sono allo studio del Governo nuove misure per consentire il più ampio esercizio della libertà civile di culto”. Lo stesso Presidente CEI, il Cardinale Gualtiero Bassetti, ci ha sperato fino all’ultimo. Durante l’omelia della Messa domenicale aveva esplicitato la richiesta pregando affinché si potesse presto tornare a celebrare l’Eucarestia.
Ma per il comitato tecnico scientifico non s’ha da fare. Ci sarebbero “criticità ineliminabili” alla base del veto alle celebrazioni in presenza dei fedeli, tra cui lo spostamento delle persone – che però dal 4 maggio potranno scorrazzare liberamente per le città nell’espletamento dell’inalienabile diritto di fare jogging – il numero rilevante dei fedeli da contenere all’interno delle Chiese e i contatti ravvicinati durante l’Eucarestia. Insomma, troppi pericoli per dare il via libera alle Sante Messe con il popolo. Gli esperti vogliono prima vedere, in questa fase transitoria, come impatteranno le riaperture parziali sulla curva epidemiologica, dopodiché valuteranno se concedere la partecipazione dei fedeli durante le funzioni religiose.
E se da un lato la CEI esige di poter riprendere la sua azione pastorale, dall’altro il Premier deve fare i conti anche in seno alla maggioranza, tra cui c’è chi si schiera dalla parte delle ragioni dei Vescovi. Durissima la posizione del Ministro alle Pari Opportunità e alla Famiglia, Elena Bonetti, che dalla sua pagina Facebook commenta: “Non posso tacere di fronte alla decisione incomprensibile di non concedere la possibilità di celebrare funzioni religiose. Non ho mai condiviso questa decisione e non credo ci assolva riferirci alla rigidità del parere del comitato tecnico scientifico”. Confermando la possibilità di vivere la dimensione del culto – richiamata come una delle libertà fondamentali – in pieno rispetto delle regole di sicurezza, assicura: “Non mancherà la mia voce perché nel Consiglio dei Ministri si consideri di modificare questa decisione”.
Analoga la posizione dei capigruppo dem di Camera e Senato. Andrea Marcucci sposa la linea della CEI: “Credo che l’ammonimento dei Vescovi sia corretto – dichiara in un post sulla sua pagina Fb – non poter individuare ipotesi che prevedano il distanziamento sociale ma permettano le funzioni religiose sembra incomprensibile. Spero che il Governo metta più attenzione”.
Intanto, dopo la dura presa di posizione dei Vescovi, Palazzo Chigi sembrerebbe vicino al dietrofront. In una nota, la Presidenza del Consiglio assicura che “nei prossimi giorni sarà elaborato un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza”.
Micol Mulè