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    Ispirarsi per ripartire: intervista a Giorgio Tosatto di Inspire Communication

    Molte imprese, ai tempi del coronavirus, per la prima volta si sono trovate a fronteggiare situazioni mai affrontate in precedenza come lo smart working. Questa condizione, all’interno del contesto aziendale, ha portato a nuove sfide organizzative per rispondere alla necessità di riconvertirsi, modificare strategie e di adottare modelli nuovi. Ne abbiamo parlato con Giorgio Tosatto, presidente di Inspire Communication, società che si occupa di comunicazione, grafica, media e dotata di un centro stampa professionale con sede in Giolitti 21 a Torino, nel cuore del Centro cittadino.

    Giorgio Tosatto, come è cambiata la vita all’interno della vostra azienda tra smart working e coronavirus?

    Da subito abbiamo compreso l’importanza dell’”ufficio digitale” e il nostro management si è attivato per mettere in brevissimo tempo dipendenti e collaboratori nelle condizioni di lavorare al meglio “da remoto”. Inoltre, abbiamo cercato di sfruttare il momento per affinare la nostra capacità di lavorare in team. Potendo contare su un capitale umano di grande qualità è stato tutto molto naturale.

    A livello pratico, in che modo vi siete organizzati?

     

    Una volta definite le modalità di lavoro in smart working cercando di andare incontro alle necessità di dipendenti e collaboratori le attività di ogni team, con la supervisione “a distanza” dei rispettivi coordinatori, vengono portate avanti in maniera non troppo dissimile da come avverrebbe trovandosi fisicamente in agenzia. Certo, in particolare nella fase iniziale dell’emergenza abbiamo dovuto fare i conti con qualche difficoltà legata soprattutto alla parte del centro stampa e del calo fisiologico delle commesse. Ciononostante siamo riusciti a ripartire grazie all’ottimo riscontro che abbiamo avuto dopo aver attivato il servizio di delivery a domicilio.

     

    Quale è il core business di Inspire Communication?

     

    La nostra agenzia di occupa di comunicazione a 360 gradi, dalla stampa del materiale passando per la sua progettazione grafica fino alla realizzazione di contenuti grazie al lavoro del nostro ufficio stampa. Siamo un gruppo giovane e nutrito di 14 persone tra dipendenti e collaboratori. Tra i nostri clienti, per esempio, abbiamo la più grande realtà piemontese che si occupa di terzo settore. Inoltre, si avvalgono dei nostri servizi diverse aziende, associazioni di categoria, fondazioni e rappresentanti politici.

    Avere uno staff eterogeneo composto da professionisti con attitudini e capacità diverse mai come in questi mesi si è rivelata una caratteristica fondamentale per la nostra agenzia.

     

     

    Come siete riusciti a conciliare il lockdown con le esigenze di clienti così variegati?

     

    Alla base di tutto c’è la capacità di saper ascoltare, e di conseguenza comprendere, le esigenze di ciascun cliente. Di fatto, è come se fossimo dei sarti che devono cucire abiti su misura a seconda delle caratteristiche di chi li indossa. A livello generale, abbiamo potenziato l’offerta di contenuti e servizi on line aumentando il flusso di informazioni e contenuti digitali concentrandoci maggiormente sulle consumer experience. Questo approccio si è rivelato vincente anche a livello aziendale poiché ci ha permesso di rinsaldare la percezione di società stabile sfruttando il lockdown a nostro vantaggio. Questo è stato possibile riuscendo a leggere il cambiamento nelle abitudini di consumo, cosa che ci ha ai nostri clienti di continuare ad avere un contatto diretto con il proprio target. In questo senso la tecnologia si sta dimostrando un alleato insostituibile che ci ha permesso di organizzare numerose iniziative da remoto: webinar, dirette streaming e video conferenze sono state il nostro pane quotidiano per quasi due mesi.  Grazie a questi tools siamo riusciti a proporre iniziative di stampo tradizionale utilizzando nuovi approcci e facendo scoprire le loro potenzialità anche a quei clienti più restii a sposare certe strategie comunicative. È stata una scelta che ci ha premiato.

     

     

    Quali sono stati gli strumenti digitali che hanno reso possibile tutto ciò?

     

    Soprattuto social media (Facebook Live, Instagram Live), piattaforme video (Zoom, Skype) e database marketing. La cosa che ci sta permettendo di portare avanti vecchi e nuovi progetti si basa sulla volontà di concentrare gli sforzi nel connettere il target di riferimento, composto gioco-forza da persone fisicamente isolate in casa, con i nostri clienti soprattutto per rafforzare uno spirito di comunità e il senso di partecipazione e coinvolgimento. Va detto che utilizzare massivamente i social media senza però cambiare prospettiva può rivelarsi controproducente, per questo lo spirito con cui Inspire Communication ha affrontato il lockdown non è stato solo un tentativo di sopravvivenza. Anzi, abbiamo letto questa situazione come un’opportunità per sviluppare idee innovative che ci hanno consentito di affrontare problematiche complesse puntando su una strategia di comunicazione capace di integrare il maggior numero di media.

    Michele Giordano

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