Assembramenti e scarso uso di mascherine. Il sindaco Sala furioso minaccia di chiudere i Navigli. Dai social però l’allarme: i controlli dov’erano?
“Ci sono dei momenti in cui c’è da incazzarsi e questo è uno di quei momenti”. Così un Beppe Sala sopra le righe si è rivolto ai suoi concittadini nel consueto messaggio quotidiano via social, questa volta irrituale e dai toni accesi. II casus belli è l’affollamento dei Navigli milanesi, presi d’assalto nell’orario dell’aperitivo in barba agl appelli alla responsabilità personale diffusi prima di aprire alla fase2.
Troppe le persone assiepate lungo le alzaie, di cui molte senza nemmeno la mascherina, distanziamento sociale praticamente inesistente e assembramenti in prossimità dei locali dove è consentita l’attività di asporto. Fotografie di una movida primaverile come se la pandemia fosse un lontano ricordo. Le immagini diffuse sui social, definite del primo cittadino “vergognose”, hanno ampiamente documentato quello che rischia di trasformarsi in una bomba a orologeria, parola del primario di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, che ha parlato durante la trasmissione Agorà di “cronaca di un evento annunciato […], si apre uno spiraglio e diventa una breccia, speriamo che non cada la diga”. Allarme condiviso anche dall’Istituto Superiore di Sanità che ha lanciato un appello al rispetto delle regole.
Repetita iuvant, meglio forse rinfrescare la memoria ai milanesi su quale sia la situazione reale: “Non siamo solo in crisi dal punto di vista sanitario, ma siamo in una profondissima crisi socio-economica” ha sottolineato Sala, scandendo il verbo “la-vo-ra-re” per puntare l’attenzione sul vero punto della questione “Milano ha bisogno di tornare a lavorare, non è un vezzo, è una necessità e non permetterò che quattro scalmanati senza mascherina, uno vicino all’altro, mettano in discussione tutto ciò”.
Dopo un mea culpa, tardivo, per la sottovalutazione dell’emergenza (leggi #Milanononsiferma, ndr), oggi non ci sono più scuse per ignorare il rischio che determinati comportamenti possano far ritornare la situazione alla fase1, con annesso lockdown, che Milano non può certo permettersi. Perciò l’ultimatum: o si cambia registro o “chiudo i Navigli, piuttosto che chiudo l’asporto e poi lo spiegate voi ai baristi perché il sindaco non gli permette di vendere”, ha detto infuriato, promettendo di prendersi le sue responsabilità – un po’ fuori tempo – piazzando un grande spiegamento di forze a presidiare Darsena e dintorni.
Qualcuno – in verità molti – fa però notare al primo cittadino che forse sarebbe stato il caso di anticipare gli eventi e predisporre adeguati controlli, evitando così di arrivare a situazioni limite. Twitter e Facebook sono stati inondati da commenti al vetriolo per l’assenza di agenti a presidiare una zona che, com’era facilmente prevedibile, si sarebbe riempita di gente.
Un errore che non si ripeterà, la conferma arriva anche dall’assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo che ha annunciato un intervento massiccio di Polizia e Carabinieri, concordato con Sindaco e Prefetto. Un numero maggiore di agenti della Polizia Locale avrà il compito di controllare il quadrante interessato che comprende le aree dei Navigli, Darsena e Colonne di San Lorenzo per evitare che la movida si possa semplicemente trasferire da una zona all’altra. L’obiettivo è riportare l’attenzione su tutta la città, per questo sono previsti anche 1100 agenti nel week end per il controllo di parchi e giardini pubblici dopo gli episodi di affollamento dei giorni scorsi. Ma attenzione, ammonisce Sala: “Non è un gioco a guardia e ladri, non possiamo permettercelo. Usiamo la testa tutti”.
Micol Mulè