Il comparto noleggio auto ha perso in un mese il 97% rispetto allo stesso periodo del 2019. La ricetta del Dott. De Angelis per la ripresa: allineare la tassazione ai Paesi europei, flessibilità e sguardo green sulla mobilità.
Come è stato influenzato il suo settore dall’emergenza Covid-19, dott. De Angelis?
Il comparto del noleggio, come tutto l’Automotive, sta soffrendo enormemente, i dati sono da brividi. Basti pensare che ad aprile 20, per avere un mese di riferimento intero, le immatricolazioni hanno fatto segnare un – 97% rispetto allo stesso periodo del 2019, praticamente fermi. he dire… potrà andare solo meglio, bisogna ripartire!
Ai primi di marzo, quando l’emergenza era agli albori, citava la possibilità che le aziende potessero non rinnovare i contratti di noleggio ma chiedere delle proroghe. È andata così?
Confermo che è andata così, i clienti stanno chiedendo le proroghe. Si tratta di un’esigenza diffusa e si procede in tal senso per dare tranquillità e serenità ai clienti. In questo momento è importante non fare pressioni e non “forzare” i rinnovi.
Quali le principali difficoltà incontrate dal settore?
Le principali difficoltà che sta affrontando il settore sono le penalizzazioni fiscali che pongono un grosso freno alla ripresa. Abbiamo una pressione fiscale sbilanciata. Penso sia arrivato il momento non di chiedere gli incentivi, che creano certamente dei vantaggi ma anche tanta burocrazia, piuttosto invece allineare in Italia la tassazione dell’auto aziendale agli altri principali Paesi europei. In un colpo solo otterremmo una “giusta” tassazione e una drastica riduzione della “carta”. Normalizziamo il rapporto con il nostro fisco e rendiamolo semplice. Abbattiamo il muro della burocrazia!
Come vede questa fase 2 appena avviata che si protrarrà ancora per un lungo periodo?
Venendo al pragmatismo quotidiano, credo che si vedranno alcuni scenari della mobilità aziendale diversi da come li abbiamo vissuti fino ad oggi e noi dovremo essere bravi ad adattarci ai cambiamenti. In primis l’implementazione dello smart working è vero rallenterà l’utilizzo dell’auto perciò ci sarà una contrazione. Di contro, la paura del contagio spingerà le persone a privilegiare l’uso dell’auto personale per la fobia di viaggiare nei mezzi pubblici. Ritengo che l’auto personale e, in particolare, l’auto come benefit ne vedrà un riscontro positivo. Bisogna andare in questa direzione, sostituendo le vecchie automobili che inquinano e inserire nelle flotte auto pulite, “green” ibride ed elettriche.
Potrebbe quindi essere realistico pensare che le aziende investano maggiormente su questo tipo di soluzione per agevolare la mobilità alternativa ai mezzi di trasporto pubblici?
L’utilizzo dell’auto come benefit è già stato spinto da un po’ di aziende. Gucci ad esempio, come riportava recentemente il Sole 24ore, ha assegnato ai dipendenti, che non ne avevano diritto fino a qualche settimana fa, l’auto come benefit. Si è passati in un batter d’occhio all’auto aziendale e sono convinto che questo creerà un trend.
Ha pensato a qualche soluzione particolare per affrontare la ripresa?
Sarebbe opportuno, come accennavo prima, un sistema di tassazione del comparto auto allineato alla maggior parte dei Paesi europei. Bisognerà poi mettere in campo soluzioni di mobilità più flessibili. Sto pensando, in alcuni casi, a forme di noleggio a lungo termine con vincoli meno stringenti sotto il profilo della durata. L’uso dei veicoli in “pool” e breve termine subirà una inevitabile contrazione e bisognerà aver pazienza per poter tornare alla cosiddetta normalità. Per questi motivi ci sarà l’esigenza di qualche ulteriore forma di flessibilità nei contratti a lungo termine. Nulla sarà come prima, ma d’altronde bisogna adattarsi al cambiamento e coglierlo come un’opportunità per innovarsi e virare verso un parco auto più “green”. Stanno cambiando le cose, la mobilità, le abitudini, adattiamoci il più in fretta possibile e ripartiamo!
Micol Mulè