Dall’assemblea annuale dell’Oms il presidente cinese Xi Jinping ha rigettato le accuse mosse alla Cina negli ultimi mesi e si è elevato a paladino della sanità mondiale.
C’era la possibilità che l’assemblea annuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità si trasformasse nel teatro di uno scontro geopolitico. E così è successo. Alla riunione tenutasi lunedì hanno partecipato molti i capi di stato in videoconferenza ma uno più di tutti ha lasciato il segno: Xi Jinping.
Il presidente cinese infatti ha affermato che la Cina “elargirà” due miliardi di dollari cinesi ai quei Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia, in primis quelli in via di sviluppo. Allo stesso tempo Xi ha proposto alle Nazioni Unite di costituire nel suo Paese un polo per le emergenze sanitarie e umanitarie globali. Il dragone rosso quindi ha sfruttato questo palcoscenico per difendere la propria immagine di nazione attenta alla cura del mondo e allo stesso tempo ne ha approfittato per rispondere indirettamente alle accuse che provengono da occidente.
Nelle scorse settimane infatti si è costituito un gruppo di paesi che hanno chiesto l’avvio di un’indagine internazionale per capire le origini dell’infezione di covid-19. È noto infatti che, prima che i giornali cominciassero a parlare del coronavirus all’inizio di quest’anno, è stato chiuso l’accesso a un importante laboratorio di Whuan in cui si portavano avanti diverse ricerche. Aldilà di ogni estremizzazione complottista, col passare dei mesi sono emersi diversi elementi che mettono in dubbio la non responsabilità delle autorità cinesi le quali difendono ostinatamente il loro operato. L’indagine internazionale è promossa principalmente da Washington, insieme a Londra, Parigi, Berlino e altri 120 Paesi.
Ciononostante Xi Jinping ha tirato dritto durante la conferenza annuale dell’Oms, affermando che la Cina ha dato tutte le informazioni utili a combattere il coronavirus, venendo incontro anche alle esigenze sanitarie delle altre nazioni. Impossibile dimenticare il pacco di mascherine arrivato con grande clamore qui in Italia, pacco che i cittadini italiani hanno pagato e non ricevuto in regalo. Il presidente Xi ha anche promesso di condividere il vaccino nel caso in cui i primi a scoprirlo siano gli scienziati cinesi. Non è dato sapere quale prezzo bisognerà pagare: se economico, come le mascherine arrivate mesi fa, o semplicemente bisognerà piegare la testa benevolmente alla propaganda cinese che in Italia ha messo radici profonde durante gli ultimi governi pentastellati.
Simone Fausti