Il presidente francese e la cancelliera tedesca hanno proposto l’erogazione di 500 miliardi tramite il Recovery Fund, da destinare agli stati europei più colpiti dal coronavirus.
Dopo alcune settimane di quiete, è tornata alla ribalta la questione degli aiuti europei per sostenere le economie degli Stati Membri. Macron e Merkel, dopo un faccia a faccia virtuale, hanno raggiunto un accordo sul Recovery Fund, proponendo di stanziare 500 miliardi a fondo perduto da distribuire agli stati più colpiti dal coronavirus tramite l’emissione di bond a livello comunitario. Alcune fonti istituzionali parlano di 100 miliardi solo per l’Italia.
Tuttavia rimane lo stesso ostacolo dei mesi scorsi: convincere il fronte nordico composto da diversi stati tra cui Danimarca, Svezia, Olanda e Austria, i quali sono reticenti rispetto alla possibilità di non imporre condizioni rigide per l’erogazione di questo fondo. Tutti i prestiti dovrebbero avere scadenza molto lunga e gli Stati Membri dovranno rimborsarli in proporzione al proprio contributo al bilancio europeo.
Se da una parte i mercati hanno risposto positivamente, con lo spread che è calato di diversi punti, sul versante politico è sorto qualche interrogativo. Conte ha accolto positivamente la proposta franco-tedesca, definendola “un primo passo importante nella direzione auspicata dall’Italia”. Ciononostante il premier ha sottolineato che 500 miliardi sono troppo pochi e che dunque è necessario ampliare il Recovery Fund.
C’è chi invece ha affermato che un’iniziativa bilaterale di questo genere sia un affronto all’Unione: tra questi Carlo Calenda, il quale ritiene inadeguata non solo la quantità di risorse ipotizzate, ma anche le modalità di funzionamento del fondo. Nella documento approvato da Macron e Merkel infatti viene sottolineato che sì, saranno risorse a fondo perduto quelle dispensate dal Recovery Fund, ma allo stesso tempo verrà chiesto agli stati beneficiari di impegnarsi ad applicare politiche economiche sane e un programma di riforme ambiziose.
Secondo quanto previsto dalla bozza condivisa, sarà la Commissione Europea il soggetto autorizzato a prendere a prestito sui mercati in nome dell’Ue, con un piano di rimborso per i singoli stati che va aldilà del periodo 2021-2027. Tutto ciò mentre la presidente della BCE, Christine Lagarde, la quale ha accolto positivamente l’iniziativa franco-tedesca, ha affermato la necessità di rivedere il patto di stabilità prima che entri in vigore.
Simone Fausti