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    DL Rilancio: necessari quasi 100 decreti attuativi

    Le 320 pagine che contengono i 266 articoli del Dl Rilancio comporteranno un numero considerevole di decreti attuativi che rischiano di ritardare l’erogazione di alcuni contributi.

    Il parto del “Decreto Rilancio” era solo la punta dell’iceberg. Ora che il principale provvedimento del governo per far fronte all’emergenza coronavirus è finalmente stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, è arrivato il momento dei decreti attuativi. Non è chiaro il numero esatto ma sembra ne saranno necessari 98.

    Nelle settimane precedenti aveva destato stupore il fatto che il decreto più urgente per un paese in difficoltà come il nostro non riuscisse a trovare la luce. Un processo talmente lungo da far cambiare nome al provvedimento col passare dei giorni: decreto aprile, maggio, 55 miliardi per approdare infine al termine “rilancio”. Il rilancio però rischia di essere rallentanto dal momento che alle centinaia di pagine del decreto si aggiungono 98 decreti attuativi.

    Il Sole24Ore ha diviso i decreti per settore: ne serviranno 18 per imprese ed economia, il capitolo più folto, a cui dovrebbero andare alcuni contributi a fondo perduto insieme al rafforzamento patrimoniale delle medie imprese. Tra questi, 4 decreti sono rivolti al mondo delle start-up. 10 sono rivolti al mondo del lavoro: si attende un decreto da parte del ministero dell’Interno per disciplinare l’emersione del lavoro irregolare. Tra due settimane inoltre dovrebbe arrivare il provvedimento per la Cassa integrazione in deroga.

    Saranno necessari altri 10 decreti attuativi sul versante del fisco, mentre ancora non sono chiare le tempistiche per il provvedimento dell’Agenzia delle entrate riguardo all’ecobonus al 110%. 7 decreti sono destinati a coprire la parte relativa agli enti territoriali: è attesa per fine maggio una convenzione tra il ministero dell’Economia e la Cassa depositi prestiti che renda operativo il fondo necessario per pagare i debiti della Pubblica Amministrazione.

    Il settore salute e sicurezza necessiterà di 5 decreti attuativi con priorità al potenziamento della rete di terapia intensiva, mentre l’area disabilità e famiglia richiederà un paio di decreti.

    In attesa che dunque si vedano i primi effetti della famosa “potenza di fuoco” del governo Contebis, alcuni dati testimoniano che la logica con cui sono stati presi alcuni provvedimenti lascia un po’ perplessi. Nelle scorse settimane infatti Conte aveva disposto il blocco dei licenziamenti facendo passare il messaggio che “con il blocco nessuno perderà il posto di lavoro”. Una valutazione un po’ semplicistica dal momento che tra marzo e inizio maggio le domande di disoccupazione dei lavoratori a tempo determinato sono aumentate dell’82%, salendo da 121 mila a 221 mila, mentre quelle dei lavoratori stagionali sono salite del 56%. Un indicatore del fatto che il blocco dei licenziamenti la perdita occupazionale fino ad agosto riguarderà coloro che hanno un contratto a tempo.

    Simone Fausti

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