Il Sindaco di Milano Beppe Sala, gà famoso come organizzatore degli cosiddetti aperitivi anti panico nelle piazze di Milano, per le sue dirette Facebook nelle vesti dello sceriffo di Nottingham e per aver disertato il consiglio comunale sulla “fase 2” poiché è più produttivo essere in diretta su Instagram con gli influencer, ha deciso di proseguire la triste escalation alla segreteria del PD, perché si sa, non diventi segretario nazionale del PD se non hai alle spalle una serie di gaffe di un certo spessore.
Finita l’emergenza sanitaria, in vista delle amministrative del prossimo anno, il compagno Beppe, non poteva non tirare fuori il caro e vecchio tema del socialismo, l’ideologia tanto amata dalla sinistra elitaria, quella sinistra che sta bloccando il nostro paese con politiche assistenzialiste, antieconomiche e poco produttive che mettono ancor più in difficoltà le imprese e le famiglie.
Il Sindaco di Milano, ogni volta che scrivo che Sala sindaco di Milano la stilografica mi oppone resistenza come per dirmi che non è possibile che a guidare il capoluogo della Lombardia ci sia un socialista, in questi giorni sta presentando al mondo la sua ultima fatica; sui suoi canali social ha postato proprio ieri una foto mentre legge il suo libro, aspettiamoci domani un video in cui applaude sé stesso. Nell’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo il luminare Sindaco rivela, ai lettori del Corriere della Sera, che il socialismo deve essere recuperato perché appartiene all’avvenire e che la sinistra deve recuperare un’idea politica di società.
Non suonano così facili, inoppugnabili e democratiche le parole di Beppe Sala?
Abbiamo veramente bisogno di recuperare il socialismo e l’idea politica di società?
Questa è l’ennesima riprova che ormai la sinistra porta avanti le sue battaglie nei salotti e non più nelle piazze, vuoi mettere la fatica di organizzare una manifestazione in una piazza che devi riempire contro un ottimo spritz a Palazzo Marino in compagnia di un giornalista che scriverà esattamente le tue fantasie rivoluzionarie dove la verità viene distorta e vincolata a quello che ti serve per fare bella figura?
La verità, caro Sindaco, è che tra una diretta e un’intervista dovrebbe trovare il tempo di leggere i discorsi di Margaret Thatcher così capirebbe che la società non esiste, non c’è niente del genere. Ci sono individui, uomini e donne, ci sono famiglie e nessun governo, nessun sindaco può pensare di fare qualcosa se non attraverso le persone. Esiste un affresco vivente di uomini e donne e persone, e la bellezza di questo affresco, così come la qualità delle nostre vite, dipenderà da come molti di noi sono pronti a riprendersi le loro responsabilità e da come ciascuno di noi sarà pronto a guardarsi attorno e aiutare, in prima persona, chi è più sfortunato.
La famiglia non è un concetto obsoleto, superato o vetusto anche perché, come disse Benedetto Croce, non possiamo non dirci cristiani; anche il più laico degli italiani non può non sentirsi cristiano perché anche lui è nato in un paesaggio di chiese, conventi, arte sacra, architettura commissionata da vescovi e preti, anche lui è nato in un paesaggio scandito dal rintocco delle campane e da una solidarietà senza confini.
La nostra identità culturale, i nostri valori non possono lasciare il passo a chi con delle interviste cerca di farsi bello per riottenere i consensi che inspiegabilmente quattro anni fa l’hanno portato a occupare Palazzo Marino, un’opera che porta la firma dell’architetto perugino Galeazzo Alessi famoso per la realizzazione della chiesa di Santa Maria del Popolo, del portico di Sant’Angelo della Pace, non certo un architetto socialista.
E’ vero che in Lombardia si dice che piutost che nient l’è mej piutost però stavolta, caro Sindaco sarebbe stato meglio un nient perché il ruolo degli amministratori in una società democratica, non è quello di realizzare una cultura alternativa o rivoluzionare il mondo ma interpretarlo e, dove fosse possibile, migliorarlo ma soprattutto, per cominciare e per rimanere con i piedi per terra, sarebbe opportuno limitare gli spritz al weekend.
Filippo Spagnoli