Quando si è nel bel mezzo di una crisi, che cosa è chiamato a fare il leader? Il leader è chiamato a compiti fondamentali, ossia, a dare risposte a breve termine, anche se questo non è semplice visto la situazione da cui nasce questa richiesta.
Di fatto l’obiettivo primario deve essere quello di pianificare e vedere gli obiettivi a lungo termine, ed è questo il compito fondamentale su cui basiamo la parola leader.
Qualcuno che ci guida verso il miglior futuro possibile, ovviamente questo significa ed implementa anche il delegare, dando fiducia, supporto, guidando in modo che le persone a cui abbiamo delegato il compito, possono essere efficaci in questi momenti difficili.
Il tempo di un leader dovrebbe essere dedicato alla pianificazione del futuro ad anticipare gli ostacoli che si presentano sia nelle prossime settimane, ma addirittura nei prossimi anni e a stabilire di conseguenza l’organizzazione che si guida, riconoscendo la natura biologica, i comportamenti, il temperamento di ogni singolo componente dell’organico.
Questo permette di avere una chiara mappa dei punti deboli e di forza su cui il leader dovrà maneggiare per portare efficacia ed efficienza nella realtà in cui operano le proprie risorse umane. Se il leader riesce a concentrarsi su ciò che lo aspetta, avendo a disposizione la conoscenza del suo organico in tutte le sue sfaccettature, piuttosto su ciò che gli sta accadendo dove avrà certamente maggiori probabilità di uscire dallo stato di crisi più forte di prima.