L’Associazione Nazionale Stampa Online (ANSO) si appella alle forze politiche e propone un emendamento affinché sia garantita la possibilità di scelta tra l’essere remunerati e la libera circolazione dei propri contenuti
«Non contro il copyright, ma che sia assicurata la libertà di scelta». Con un emendamento, ANSO – Associazione Nazionale Stampa Online – torna sulla direttiva europea sul copyright e, in vista dell’approvazione, chiede che sia garantita a tutti gli editori la possibilità di scegliere se essere remunerati oppure far circolare il più facilmente possibile i propri contenuti.
ANSO, che in questi anni è stata parte attiva nella discussione sia a Bruxelles, sia recentemente in audizione presso la XIV commissione Affari europei al Senato sul disegno di legge n.1721 (Legge di delegazione europea 2019), ribadisce la propria posizione:
«Gli editori nativi digitali non sono contro il copyright, anzi siamo i primi a denunciare chi non rispetta i nostri contenuti – spiega Matteo Rainisio, vicepresidente ANSO -. Abbiamo sempre sostenuto che per emergere nel web un editore digitale necessiti della libera circolazione dei propri contenuti su Facebook, Google, fino a Tic Tok. La richiesta che abbiamo portato avanti in questi anni è quella di concedere la libera scelta ai singoli editori e di non creare barriere burocratiche che possano rendere ulteriormente più complicata la vita ad un piccolo editore di provincia».
ANSO tramite i propri consulenti si appella a tutte le forze politiche che hanno a cuore la libertà di stampa e che vogliono garantire un futuro alle centinaia di imprese che in questi anni hanno creato occupazione in un settore, quello giornalistico, in crisi perenne e chiede loro di sostenere un emendamento per rafforzare quanto previsto attualmente dalla direttiva europea, ovvero la libertà di scelta.
Nello specifico, l’emendamento riguarda l’articolo 9, dove al comma 1, lettera h), dopo le parole “tali pubblicazioni” ANSO propone di aggiungere: “incluso il diritto di derogare ad accordi stipulati da associazioni di categoria ed enti di gestione collettiva, in ossequio al principio di libertà contrattuale”.
«In questa crisi l’editoria digitale iperlocale ha svolto un ruolo fondamentale – prosegue Rainisio – raccontando quello che accadeva nelle province italiane, senza sosta e ponendo un argine al mondo delle fake news. Noi chiediamo a senatori e deputati di garantire a tutti gli editori, grandi e piccoli, le medesime opportunità decidendo appunto se voler essere pagati o meno per i propri contenuti su aggregatori di notizie, profili social e simili».