Prossime misure: prospettive e incertezza
Mentre si attende l’attuazione di alcune norme del decreto Rilancio, stupisce la mancanza di una visione organica da parte del governo
La pandemia ha generato e sta ancora generando effetti disastrosi. Il governo ha cercato di realizzare un piano di ripresa del Paese che ha il suo nucleo nel decreto Rilancio. Il problema ora sono le tempistiche di attuazione delle norme contenute nel decreto, dal momento che storicamente la burocrazia italiana si è dimostrata poco snella, per usare un eufemismo.
Questa volta però non è accettabile il ritardo procedurale che di solito accompagna l’implementazione delle leggi: l’urgenza di certe misure è sotto gli occhi di tutti. Motivo per cui il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, durante l’edizione estiva di Telefisco, evento organizzato dal Sole 24 Ore, ha sottolineato come “nel concreto l’80% delle norme del decreto Rilancio sono auto-applicative e del restante il 40% è già stato attuato”. L’obiettivo del governo è quello di velocizzare processi normalmente lenti per mettere a terra tutte le misure entro l’inizio di luglio.
Ma se sembra esserci una convergenza di intenti sulla necessità di fare in fretta nell’applicazione delle norme, nella compagine governativa tuttavia regna la confusione più totale riguardo le prossime mosse. Alla fine degli Stati Generali il presidente Conte ha affermato che forse si potrebbe tagliare l’Iva, tema su cui è tornato anche Gualtieri il quale però, dialogando col direttore del Sole 24 Ore, si è pronunciato in maniera alquanto confusa affermando che “ci sono casi come quello della Germania che ha considerato opportuno abbassare l’Iva, ma è un intervento congiunturale, per pochi mesi e per alcune categorie. È un intervento possibile che va distinto da interventi strutturali. Stiamo valutando possibili interventi congiunturali”. Non si capisce bene in che senso il taglio dell’Iva, minimo e limitato nel tempo, possa essere un intervento congiunturale e rivolto solo a certe categorie.
Il responsabile del Mef ritiene che ci sia spazio per affrontare le priorità dell’agenda di governo come la progressività dell’imposizione, la riduzione del carico sul lavoro e il contrasto all’evasione fiscale. Eppure continuano le dichiarazioni improvvisate degli esponenti della maggioranza, Conte in primis, che hanno l’effetto principale di confondere le idee e generare incertezza: l’esatto opposto di ciò che chiedono gli imprenditori. Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, è intervenuto proprio su questo argomento sottolineando come la pandemia abbia generato cambiamenti profondi nei comportamenti dei consumatori e delle imprese, fattore che rende difficile fare previsioni. Tuttavia “questa elevata incertezza – sottolinea Visco – non deve costituire una scusa per non agire. È al contrario, una ragione per rafforzare da subito l’economia e per muoversi lungo un disegno organico di riforme perché un progetto compiuto rende più chiara la prospettiva e influisce positivamente sulle aspettative, accrescendo la fiducia”. Più “compiutezza”, dunque, nel progettare gli interventi e meno affermazioni estemporanee.