Sempre più vicina la realizzazione del nuovo stadio di San Siro dopo l’incontro a Palazzo Marino con i Club. Scaroni ipotizza il 2024 per l’inaugurazione: “Fiducia per inizio lavori la prossima primavera, poi tre anni per la costruzione”.
Si spinge sull’acceleratore per realizzare l’avveniristico nuovo stadio di San Siro e il patron del club rossonero lancia già un’ipotesi di conclusione dei lavori per il prossimo 2024. Quel che per ora è certo, è che durante l’incontro a Palazzo Marino tra i rappresentanti del Comune di Milano e la dirigenza di Inter e Milan, sono stati fatti grossi passi in avanti nella messa a punto del progetto presentato dai Club per la rifunzionalizzazione del Meazza e la creazione di uno Sports and Entertainment District a San Siro, seppur con un ridotto indice volumetrico equivalente a 145mila mq.
La proposta è stata concepita con lo scopo di dare attuazione alle indicazioni del Consiglio e della Giunta comunale e mantenendo la sostenibilità tecnica ed economico-finanziaria per un nuovo stadio e un distretto sportivo d’avanguardia internazionale. Un progetto di importanza strategica per il rilancio economico di Milano, che impatterà sull’incremento dei livelli occupazionali secondo una stima che oscilla tra i 3mila e i 3,5mila posti di lavoro e che inoltre giocherà un ruolo decisivo nella riqualificazione di un’importante area urbana del capoluogo milanese.
Già la delibera di Giunta dello scorso 8 novembre aveva riconosciuto il pubblico interesse circa la proposta presentata da FC Internazionale Milano e AC Milan relativa alla valorizzazione dell’ambito San Siro. L’atto è tuttavia subordinato ad una serie di condizioni in merito alle quali è stato affrontato un percorso di condivisione e confronto tra Comune e Club per meglio definire e perfezionare il progetto.
Uno dei grossi nodi – nonché incubo delle tifoserie dei due Club milanesi che vedono in San Siro il tempio del calcio – è stato sciolto: il Meazza non sarà abbattuto. Inter e Milan hanno delineato sviluppi progettuali che vanno nella direzione di una rifunzionalizzazione dell’attuale impianto all’interno del nuovo distretto, che avrà una vocazione prevalentemente sportiva e di intrattenimento.
“Rimarrà una buona parte dello stadio – assicura il patron rossonero Paolo Scaroni – tranne il terzo anello, ma il Meazza si vedrà eccome”. Un intervento di rigenerazione urbanistica del quartiere che ha l’ambizione di diventare hub sportivo e culturale per le nuove generazioni, fruibile tutto l’anno, che si muove lungo le direttrici della sostenibilità ambientale e dell’inclusività. All’interno del progetto troveranno spazio molte attività – esterne ed interne alla struttura – tra cui un percorso jogging, una palestra a cielo aperto, ovviamente una ciclabile, ma anche una parete di arrampicata e un museo dello sport, che potranno essere gratuite o in convenzione con il Comune per cittadini, realtà culturali locali, così come per scuole e strutture sanitarie della zona.
L’altra questione su cui si è raggiunto un accordo, con sacrificio dei Club ma necessario per non perdere tempo – nella speranza che si riesca a votare in Consiglio comunale entro il 2021 e non si debba aspettare la prossima consiliatura – riguarda le volumetrie accessorie. Lo studio di fattibilità aggiornato ne prevede infatti una significativa riduzione sia rispetto alla proposta iniziale, sia rispetto a quella di rifunzionalizzazione del Meazza prospettata nell’aprile 2020.
Il costo di quest’ultima pari a 74milioni di euro, secondo la stima delle squadre, porterebbe ad un indice edificatorio massimo di 0,51mq/mq, equivalente a 145mila mq di SL. La concessione di eventuali volumetrie in eccesso rispetto all’indice attualmente previsto dal PGT e pari a 0,35 mq/mq e l’approvazione degli ulteriori contenuti urbanistici ed edilizi rimane soggetta alle decisioni istituzionali di competenza. In ogni caso, la proposta di rifunzionalizzazione dovrà rientrare nel piano economico finanziario anche in ordine all’obiettivo del raggiungimento dell’equilibrio dell’intervento. Inter e Milan ora dovranno presentare l’integrazione dello studio di fattibilità e il nuovo piano economico finanziario del progetto per la conclusione del procedimento relativo alla dichiarazione di pubblico interesse.
Micol Mulè