Dl Semplificazioni: appalti senza gara e PA digitale
In arrivo il Dl Semplificazioni. Obiettivo: snellire il funzionamento di alcune procedure quali l’assegnazione degli appalti e i rapporti tra i cittadini e la pubblica amministrazione.
Il famoso decreto Semplificazioni, annunciato giorni fa e che invece probabilmente slitterà a metà luglio, non può essere definito una riforma organica della burocrazia italiana, tuttavia si pone l’obiettivo di semplificare, appunto, alcune procedure che rallentano lo svolgimento della vita del Paese.
In particolare ci sono una serie di provvedimenti rivolti alle imprese e al cittadino. Per quanto riguarda l’imprenditoria, il Dl Semplificazioni si pone l’obiettivo di velocizzare la procedura degli appalti. L’articolo 1 del titolo I del decreto prevede, fino al 31 luglio 2021, diverse modalità di affidamento dei contratti pubblici: “Si prevede l’affidamento diretto o in amministrazione diretta per lavori, servizi e forniture di importo inferiore a 150.000 euro; l’applicabilità della procedura negoziata senza bando con consultazione di almeno cinque operatori per tutte le altre procedure”.
La gara sarà necessaria solo per appalti superiori ai 5 milioni di euro. Nello specifico il decreto afferma che: ” La disciplina vigente prevede 5 procedure differenziate in base alle soglie e alla tipologia di contratto da stipulare (lavori, servizi o forniture). In particolare: a) fino a 40.000 mila euro, affidamento diretto; b) tra 40.000 mila euro e 150.000 euro per lavori o fino alle soglie comunitarie per servizi e forniture, mediante affidamento diretto previa valutazione di tre preventivi, ove esistenti, per i lavori, e, per i servizi e le forniture, di almeno cinque operatori; c) per lavori tra 150.000 e 350.000 mediante la procedura negoziata dell’articolo 63, previa consultazione di almeno 10 operatori economici; c-bis) per lavori tra 350.000 e 1 milione di euro mediante la procedura negoziata previa consultazione di almeno quindici operatori; d) per lavori tra 1 milione di euro e le soglie comunitarie mediante procedura aperta (art. 60)”.
Nel frattempo vengono cambiate, sempre per un arco temporale limitato al 31 luglio 2021, le norme sull’abuso d’ufficio per cui ” si limita la responsabilità dei soggetti sottoposti alla giurisdizione della Corte dei conti in materia di contabilità pubblica per l’azione di responsabilità al solo profilo del dolo per le azioni e non anche per le omissioni, in modo che i pubblici dipendenti abbiano maggiori rischi di incorrere in responsabilità in caso di non fare (omissioni e inerzie) rispetto al fare, dove la responsabilità viene limitata al dolo”.
Parallelamente viene costituito il Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche con l’idea di favorire l’erogazione di fondi anche in tempi di scarsità di risorse pubbliche e si dispone l’obbligatorietà di un Collegio consultivo pubblico per appalti superiori ad una certa soglia o per opere di interesse nazionale.
Sul secondo fronte, l’idea del governo è quella di rendere più agile il rapporto tra le persone e l’amministrazione pubblica tramite la digitalizzazione di alcuni processi. Il titolo terzo del decreto parla di “misure di semplificazione per il sostegno e la diffusione dell’amministrazione digitale” il cui obiettivo è quello di far accedere tutti i cittadini ai servizi digitali della PA tramite Spid e Cie o tramite app. Novità importanti dovrebbero arrivare anche per i professionisti con una firma elettronica avanzata più semplice e l’istituzione di una piattaforma unica per la notificazione digitale di tutti gli atti della PA per cui gli avvocati, per esempio, potrebbero ottenere molto più facilmente gli atti processuali.
Con l’augurio che l’implementazione di questi cambiamenti non incontri ostacoli burocratici ma anzi, trovi la luce in tempi stretti.
Simone Fausti