Opec plus: sale la domanda di petrolio
I segnali di ripresa che emergono a livello globale hanno portato l’Opec plus a ridurre l’entità dei tagli alla produzione per il mese di agosto.
Dopo i disastrosi mesi di aprile e maggio e un giugno tentennante, la domanda di petrolio è tornata a crescere a livello globale e i produttori guardano alla seconda metà del 2020 con un certo ottimismo. Il risultato è che i paesi dell’Opec plus effettueranno tagli più moderati alla produzione a partire da agosto.
Durante il lockdown infatti, con molti Paesi che hanno chiuso i confini, gli aerei a terra e i cittadini in smart working a casa, la domanda di petrolio è ovviamente crollata. A luglio tuttavia ci sono stati diversi segnali di ripresa, motivo per cui il Jmmc, il Joint Ministerial Monitoring, cioè il comitato russo-saudita che controlla l’adeguatezza dei tagli, si dichiara ottimista: «L’aumento degli output sarà quasi tutti consumato nei Paesi produttori sul mercato domestico, mentre la domanda risale», ha affermato il ministro russo, Alexander Novak. L’Arabia Saudita in particolare prevede di consumare una quota maggiore di olio nero per sostenere il funzionamento dei sistemi di condizionamento del Paese che in estate operano a pieno regime.
Allo stesso tempo il ministro saudita Abdulaziz Bin Salman ha assicurato che il mercato si accorgerà a malapena di questi tagli. Se attualmente tale riduzione è pari a 9,6 milioni di barili al giorno, nelle prossime settimane si passerà a 8,3 mbg. Arabia Saudita e Russia inoltre hanno chiesto ai paesi inadempienti di rispettare gli impegni di produzione presi dal momento che alcuni membri nei mesi scorsi non avevano conseguito gli obiettivi definiti.
In borsa Brent e Wti hanno risposto positivamente alle novità dell’Opec plus, con il primo che è salito oltre i 43 dollari al barile e il secondo sopra i 40, anche se questa dinamica è stata influenzata dalle scorte Usa che sono tornate a calare per la prima volta da marzo a seguito di un aumento dei consumi e una contrazione delle importazioni.
L’ottimismo dunque è il segnale principale che è emerso dalle ultime decisioni del mondo del petrolio, nonostante la realtà rimanga lontano dai livelli pre-covid con l’Italia che il mese scorso ha registrato una flessione tendenziale del 17,6% degli indici petroliferi. Motivo per cui i portavoce dei paesi produttori sono consapevoli che, se in autunno si dovesse tornare in lockdown, saranno costretti a modificare le prospettive e le decisioni operative appena fatte.
Simone Fausti