2 miliardi di deficit per coprire il buco di comuni e province
Il coronavirus ha avuto profonde conseguenze soprattutto sui conti delle amministrazioni comunali. Il governo si prepara ad uno scostamento di bilancio per far tornare i conti.
E deficit sia. La manovra d’estate dovrà cercare di coprire un buco stimato di circa 2 miliardi relativo a comuni e province, conseguenza dell’effetto covid-19. Durante i mesi di lockdown e di quarantena, è stata stimata dal Mef una perdita del gettito dei comuni pari 4,94 miliardi di euro. Il governo sta facendo i calcoli per capire come risolvere questa situazione, anche se il blocco delle attività causato dal coronavirus ha comportato anche dei risparmi.
I comuni infatti avrebbero risparmiato tra utenze e personale circa 240 milioni di euro. Un calcolo che tuttavia non tiene conto dei 260 milioni di interessi fermati dalle rinegoziazioni dei mutui né le conseguenze delle rinegoziazioni con le banche. Allo stesso tempo province e Città metropolitane hanno ricevuto 500 milioni dal decreto 34 anche se i sindaci chiedono una seconda “rata” di eguale importo. Infine le aziende di trasporto pubblico locale si stima che perderanno 1,5 miliardi di ricavi entro la fine dell’anno, compensati da mezzo miliardo di risparmi in termini di riduzione delle corse e del carburante.
Sul versante delle entrate invece, la situazione è critica. Il covid ha fatto sfumare 310 milioni di imposta di soggiorno al quale si aggiunge l’ammanco di 1,1 miliardi di euro della Tari. Motivo per cui si attende la decisione del Consiglio dei ministri che, secondo le stime, finanzierà il buco da quasi 2 miliardi di euro con ulteriore deficit.
Ricordiamo che ad aprile, quando si cominciò a strutturare l’idea della maxi manovra da 55 miliardi di euro che avrebbe preso vita due mesi dopo, gli analisti stimavano una crescita del debito pubblico italiano che entro la fine del 2020 dovrebbe raggiungere il 155,7%, un “costo” pari a 43mila euro per ogni cittadino.
Simone Fausti