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    Milano: 4500 famiglie beneficiarie del contributo affitti

    Milano: 4500 famiglie beneficiarie del contributo affitti

    Le risorse aumentano a 6,8 milioni di euro, al via il versamento dei primi contributi da 1500euro. Rabaiotti: “Stiamo facendo il possibile per andare incontro alle famiglie maggiormente in crisi”.

    Prenderanno il via nei prossimi giorni i versamenti dei primi contributi da 1500 euro ciascuno, validi per il pagamento dell’affitto su libero mercato destinati a coloro che versano in difficoltà economiche legate all’emergenza sanitaria. Lo fa sapere il Comune di Milano in una nota dove precisa che, in questa prima fase, saranno erogati per i nuclei familiari che ne hanno fatto domanda tramite il bando comunale dello scorso 30 aprile, sulla base di 2,456 milioni di euro di risorse già disponibili che consentiranno di finanziare 1.637 beneficiari.

    Le risorse, dall’apertura del bando ad oggi, sono aumentate in maniera considerevole raggiungendo un totale pari a circa 6,8 milioni di euro. Di questi, 2,5milioni provengono dal Programma europeo Pon Metro e altri 1,8milioni da fondi statali per il tramite di Regione Lombardia e non appena i finanziamenti saranno disponibili, sarà possibile procedere con l’erogazione del contributo ad altre famiglie per un massimo di circa 4.500. Gli uffici del Comune hanno già effettuato le verifiche necessarie ed ammesso ai finanziamenti quasi 2700 domande e, si stima entro la fine di settembre, procederanno al controllo delle rimanenti fino al raggiungimento dei fondi disponibili. Anche i versamenti del contributo, che vanno direttamente al proprietario dell’appartamento attraverso Milano Abitare – l’agenzia sociale per la locazione convenzionata con il Comune – dopo questa prima tranche riprenderanno tra la fine di agosto e il mese di settembre.

    “Stiamo facendo il possibile in termini di risorse e di rapidità – spiega l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti – per andare incontro alle famiglie che l’emergenza ha messo maggiormente in crisi, che hanno dovuto soffrire la perdita di una persona cara o il suo ricovero, che non hanno più potuto lavorare e che, quindi, hanno subito un crollo verticale del proprio reddito”. L’intenzione è poi quella di evitare che si producano procedimenti di sfratto per morosità da parte dei proprietari: “Con uno sforzo di attenzione verso categorie di persone potenzialmente impoverite a causa dell’emergenza e tradizionalmente escluse dal radar del welfare pubblico”, aggiunge.

    Accanto ai requisiti base validi per l’accesso, ovvero Isee fino a 26mila euro e titolarità del contratto di locazione da almeno un anno, per l’elaborazione della graduatoria sono stati considerati quali criteri preferenziali alcune condizioni legate all’emergenza. In particolare, la cessazione, riduzione o assenza dell’attività lavorativa a partire dallo scorso 1° febbraio, il ricovero ospedaliero per sintomi da Covid-19 o il decesso di un componente familiare dal 1° febbraio, la presenza di persone con invalidità maggiore del 66% all’interno del nucleo. Tra i criteri inerenti alla condizione occupazionale, hanno pesato in modo significativo l’essere lavoratori autonomi, precari, a termine e in cerca di occupazione.

     

     

    Micol Mulè

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