Intervista a Sara Frittoli
Export manager di un’azienda del comparto sciistico, ci racconta le sue sensazioni e come ha vissuto la pandemia
Ci parli un po’ di lei
Mi occupo del commerciale all’interno dell’azienda Ma.Ro Group.srl, quindi della promozione dei nostri prodotti che sono caschi da sci , maschere da sci, occhiali sportivi e caschi per bicicletta. Abbiamo un nostro marchio che si chiama SH+. Sono io che partecipo alle varie fiere nazionali e internazionali. Il nostro fatturato è attualmente composto dal 60% di export.
Si è mai sentita penalizzata nel suo settore in quanto donna?
Io mi trovo in azienda dal ’99. In tutti questi anni, sebbene si tratti di un ambiente principalmente di uomini, in cui gli export manager sono normalmente di sesso maschile, non ho mai avuto questa sensazione.
Come avete vissuto la fase dell’emergenza Covid?
Noi abbiamo reagito riconvertendo buona parte della nostra produzione, quindi lasciando temporaneamente in stand by il nostro business poiché non c’era modo di poterlo proseguire.
Ci siamo messi all’opera per la produzione di dispositivi anti-covid.
Dopo una chiusura breve di circa due settimane, siamo partiti con la produzione e la distribuzione di visiere di protezione. Noi ci troviamo in provincia di Cremona, una delle più colpite dal coronavirus. Quindi ci siamo messi a disposizione per la nostra comunità e per altri clienti esteri in Europa che ci hanno richiesto un supporto.
Essendo sbilanciati prevalentemente sull’export, abbiamo comunque subito delle perdite a livello di fatturato. Peraltro abbiamo intensi rapporti con paesi quali Giappone, Taiwan e Corea, che sono stati i primi colpiti dalla pandemia. I nostri clienti ci hanno bloccato gli ordini e non hanno voluto ritirare la merce che avevano ordinato. In quei mesi, coincidenti tra l’altro con la stagione sciistica, abbiamo avuto perdite tra il 20 e il 30%.
Come valuta l’operato del Governo a tutela dell’impresa in questa fase di difficoltà?
Per quanto riguarda la nostra realtà lavorativa devo dire che tutto sommato siamo stati aiutati con la cassa integrazione, con la proroga dei pagamenti delle tasse ed il congelamento di alcuni contenziosi in corso.
Sarebbe molto utile per le imprese italiane avere una forte riduzione delle tasse e del costo del lavoro. Per poter aiutare l’industria italiana a svilupparsi si devono ridurre i costi. Purtroppo nella situazione attuale ci tocca rimanere così come siamo e questo ci penalizzerà perché si bloccano gli investimenti e perderemo di competitività rispetto alle imprese straniere.
È fiduciosa nel futuro o teme una nuova ondata epidemica?
In questo momento è difficile fare delle previsioni in quanto la situazione non si è ancora completamente stabilizzata. Sono positiva per quanto riguarda l’Italia perché mi sembra che la curva dei contagi sia sotto controllo rispetto ad altri paesi e credo che pian piano potremo ricominciare. Sicuramente continueremo ad avere delle perdite per quanto riguarda l’export, specialmente per tutto il comparto America, Stati Uniti in primis, dove non mi sembra che la situazione sia ancora tranquilla.
Nonostante tutte le difficoltà noi siamo produttori italiani, l’azienda è di proprietà della stessa famiglia da più di quarant’anni e per noi questo è un motivo di orgoglio. Speriamo, ci auguriamo e continueremo a fare tutto il possibile per mantenere il 100% del made in Italy, di garantire prodotti di qualità e lavoro alle persone del nostro territorio.
Andrea Curcio