Decreto agosto, tante imprese rischiano l’esclusione dagli aiuti
Il Governo sta lavorando al decreto Agosto che riguarderà prevalentemente il lavoro.
Ci sono alcuni punti critici su cui si sta discutendo in queste ore.
Per accedere alla seconda tranche della cassa integrazione di 9 settimane, senza ulteriori oneri economici, si deve dimostrare di aver subito una perdita del fatturato di almeno il 20% tra il primo semestre 2020 e il primo semestre 2019. Ma tale condizione è ritenuta da più parti eccessivamente stringente. Molti settori in sofferenza verrebbero esclusi. Si pensi ad esempio a filiere come la ceramica e la moda, che durante il periodo di lockdown possono aver aumentato il fatturato perché avevano ordini da evadere, ma che in autunno rischiano di trovarsi in grande difficoltà.
Sorgono parecchi dubbi anche sull’estensione del blocco dei licenziamenti al 31 dicembre per i datori di lavoro chiamati a pagare il contributo addizionale per l’utilizzo della cassa Covid.
I tecnici del ministero del lavoro e dell’economia sono impegnati a sciogliere questi nodi. La sottosegretaria al Lavoro Francesca Puglisi dice di comprendere la problematica legata all’esclusione dalla cassa integrazione per numerose aziende in difficoltà ed ipotizza: “si potrebbe far riferimento ad un mix di strumenti, tenendo conto insieme al calo del fatturato nel semestre dei codici Ateco dei settori maggiormente colpiti dalla crisi per evitare di penalizzare le aziende in difficoltà”.
Secondo il presidente della commissione finanze della camera Luigi Marattin “per convogliare il risparmio privato verso le Pmi occorre rafforzare i piani individuali di risparmio, elevando i limiti di investimento per i Pir ordinari e alternativi, inoltre va esteso il fondo di garanzia alle imprese del terzo settore e vanno rinviati i pagamenti delle tasse autunnali, incluso l’acconto delle partite Iva”.
Per quanto riguarda l’ipotesi di proroga al 31 dicembre del blocco dei licenziamenti (blocco iniziato lo scorso 17 marzo con scadenza il 17 agosto) si sta cercando di rifarsi all’esperienza di altri paesi europei. In Francia e in Germania il divieto riguarda solo le aziende che beneficiano di contributi pubblici.
Ma la bozza del Governo contiene solo una deroga per i casi di fallimento o di liquidazione con cessazione.
Arturo Maresca, docente di diritto del lavoro preso la Sapienza di Roma, rimprovera che “non viene assicurato un bilanciamento tra le scelte organizzative dell’impresa e l’articolo 41 della Costituzione.
La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, dopo aver confermato la proroga del reddito di emergenza e l’aumento delle pensioni di invalidità nel decreto di Agosto, ha sottolineato che “grazie alle misure del Governo è stato evitato che la disoccupazione salisse”.
Andrea Curcio