Paura di non aver nulla da dire
Questa paura, se vogliamo, è figlia della paura dell’essere giudicati, possiamo
porci molte domande a riguardo su ciò che comunichiamo, come comunichiamo e
in che modo lo facciamo.
In tutti gli ambienti lavorativi si finisce mai di avere qualcosa da dire, soprattutto
per quanto riguarda informazioni, nozioni, idee e consigli.
Quando andiamo dai nostri clienti, o viceversa, oppure dai nostri collaboratori o da
chi vogliamo coinvolgere nel nostro sogno, non parliamo mai solo del prezzo.
Dobbiamo creare argomentazioni che ci permettono di instaurare un rapporto di
fiducia, un accordo che sia condiviso e accettato tra le parti.
Vi sono sicuramente persone che usano e applicano un linguaggio magari più
idoneo del nostro.
Ma questo non fa nessuna differenza, perché ciò che ci contraddistingue è il fatto
di essere capaci e in grado di sintonizzarsi col nostro interlocutore.
Sintonizzarsi vuol dire conoscere e identificare i valori su cui il bisogno si basa.
Essere in linea con il suo pensiero, con il suo modo di vedere e osservare ciò che
lo circonda, in una parola sola comprenderlo.
Per individuare, riconoscere i valori e i bisogni che sono all’interno del nostro
interlocutore, è necessario saper riconoscere, attraverso lo studio, la conoscenza
della natura biologica e la genetica di chi crea relazioni con noi.
Questo è il primo passo verso la comprensione che ci permette di migliorare la
comunicazione, per poterci esprimere al meglio in qualunque contesto o
situazione.
Palmerino D’Alesio
La natura biologica di ognuno di noi, i nostri punti forza, i nostri punti di debolezza sono alcuni degli argomenti che verranno trattati nella sessione Structogram “La chiave dell’autoconoscenza” che si terrà il 9 settembre in provincia di Brescia.