30mila aste immobiliari rinviate a causa del coronavirus
Il lockdown ha comportato la chiusura dei tribunali e la sospensione di 30mila aste immobiliari per un valore di diversi miliardi.
Le misure adottate in Italia per il contenimento del coronavirus hanno comportato la chiusura degli uffici giudiziari e il rinvio di oltre 30mila aste immobiliari per un valore stimato di quasi 3,7 miliardi di euro. Una situazione che non si è sbloccata con l’inizio della fase due e che tutt’ora è ferma con il rischio concreto di affossare un ambito che negli ultimi fatti aveva registrato qualche progresso.
Il settore infatti storicamente non è famoso per le tempistiche: nel 2019 la durata media è stata di 4,6 anni contro una media Ue di 3. Eppure proprio l’anno scorso c’era stato un potenziamento dell’attività dei tribunali che aveva dato origine ad un aumento di produttività comportando un calo dell’arretrato del 14%.
L’Osservatorio T6 ha notato tuttavia un allungamento delle tempistiche in particolar modo per il percorso giudiziario per il recupero dei crediti problematici, anche se la situazione cambia a seconda della geografia. Il Sud risulta essere la zona più sofferente dal momento che a Potenza il 51,8% delle pratiche è ultradecennale mentre in zone come Rimini, Gorizia e Bolzano non c’è alcun tribunale con fascicoli superiori ai dieci anni.
Il problema è che il DL Cura Italia ha bloccato le procedure esecutive riguardanti l’abitazione principale fino a fine ottobre 2020. Tali procedure costituiscono il 50% dell’attività. Con uno stop di 270 giorni si creerà inevitabilmente un forte arretrato. Allo stesso tempo, salvo interventi nelle prossime due settimane, i tribunali torneranno a pieno regime dopo il 15 settembre. Una situazione aggravata dall’andamento tutt’altro che positivo del mercato immobiliare dove si stima un calo dei prezzi del residenziale del 2,6% e una parallela discesa delle compravendite del 18%.
Simone Fausti