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    Scuola: Gualtieri annuncia 85mila assunzioni ma mancano i docenti

    Scuola: Gualtieri annuncia 85mila assunzioni ma mancano i docenti

    L’allarme della Cisl a Gualtieri: “Percentuale di copertura posti bassissima che non supera il 30%”. Previsti 200mila supplenti con l’incognita dei “lavoratori fragili”.

    A due settimane dal suono della prima campanella post lockdown, la ripresa del nuovo anno scolastico si conferma nella piena incertezza. Non sono solo i problemi legati agli spazi e alla sicurezza sotto il profilo sanitario che rischiano di minare la ripartenza, ora si aggiunge anche la carenza di personale docente a complicare il quadro già a tinte fosche.

    Nei giorni scorsi il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha annunciato la firma del decreto finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato di quasi 85mila docenti, ma la notizia non convince i sindacati della scuola, Cisl in testa, secondo i quali sarebbe estremamente difficile riuscire a coprire oltre il 30% dei posti a disposizione attraverso le assunzioni in ruolo.

    Una prima stima ipotizza infatti che solo 25mila cattedre potranno essere coperte dalle nuove immissioni in ruolo, sulle 84.808 disponibili, al massimo 5mila in più grazie alla cosiddetta “chiamata veloce”, la nuova procedura introdotta dal decreto scuola che consente a chi è in graduatoria – ma non ha ottenuto il ruolo con la consueta tornata di assunzioni – di presentare domanda in altra regione dove ci siano posti disponibili per ottenere prima la cattedra a tempo indeterminato. Nella sola Lombardia le sigle sindacali parlano di meno di 6mila assunzioni a fronte di 20mila cattedre autorizzate.

    Un problema che si trascina da anni, basti pensare che – secondo il report anticipato al Sole24ore da Cisl Scuola – per l’anno scolastico 2018/19 su 57.322 assunzioni in ruolo autorizzate ne sono state ufficializzate il 49%, ovvero 28.122, mentre lo scorso anno si è scesi al 41% con 22mila assunzioni a tempo indeterminato a fronte di 53.627 disponibili.

    La segretaria Cisl Scuola, Maddalena Gissi, rincara la dose: “C’è una percentuale bassissima di copertura dei posti che ad oggi non supera il 30% – spiega – la situazione più disastrosa è sul sostegno. Verranno a malapena coperti i docenti andati in pensione. La prova lampante di scelte fallimentari in materia di reclutamento, che si tramandano di governo in governo da troppo tempo”. Quel metodo basato per la metà sui concorsi e per l’altra metà sulle graduatorie ad esaurimento che, quest’anno in particolare – dal momento che il concorso è stato posticipato in autunno – saranno la fonte principale da cui attingere personale, peccato che le classi di concorso più richieste siano già sold out.

    Non è una novità che le cattedre maggiormente scoperte rimangano quelle delle materie stem, in particolare nel nord Italia anche se il trend si sta estendendo nel resto del paese, e cominciano a scarseggiare anche i docenti di inglese e lettere. Come conseguenza sarà inevitabile il ricorso alle supplenze, stimate in circa 200mila unità senza contare la grossa incognita dei cosiddetti “lavoratori fragili”, ovvero tutti quei docenti che vengono identificati a rischio contagio in quanto immunodepressi, affetti da più patologie contemporaneamente o perché pazienti oncologici, cui si aggiungono anche gli over 55 che per diverse ragioni potrebbero avere gravi conseguenze se contrassero il Covid-19.

    Per tutti questi potrebbe scattare la richiesta di esonero dalle rispettive cattedre, producendo così un’ulteriore carenza di organico, soprattutto in considerazione del fatto che gli ultra 55enni in servizio rappresentano oltre il 40% dei docenti. “Le problematiche storiche del personale scolastico e della elevata età anagrafica erano conosciute da tutti e da tempo – sottolinea la segretaria di Cisl Scuola – non ci sono stati interventi per programmare eventuali difficoltà e oggi si tenta di correre ai ripari”. Sempre in ritardo.Staremo comunque a vedere, al 14 settembre mancano solo due settimane.

    Micol Mulè

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