Scuola, mascherine chirurgiche distribuite ogni giorno gratuitamente
Il Comitato tecnico scientifico ha elaborato le regole che disciplineranno l’utilizzo dei dispositivi di protezione da parte degli studenti.
Gli esperti raccomandano l’utilizzo delle mascherine chirurgiche, considerate più sicure ai fini della riduzione della circolazione del virus. A tal proposito il commissario Arcuri ha annunciato che giornalmente saranno inviate gratuitamente alle famiglie 11 milioni di mascherine, pertanto non sarà necessario comprarle.
Gli studenti troveranno le mascherine all’ingresso di ogni istituto, che sarà responsabile della custodia e della distribuzione.
Ma come si dovranno comportare gli studenti? Il Cts ha stabilito che gli studenti potranno togliere la mascherina all’interno delle aule durante le lezioni e la ricreazione, a condizione che venga mantenuta la distanza di un metro e mezzo dai compagni. Nei momenti di intervallo, di ingresso e di uscita dalla scuola, la mascherina va indossata senza alcuna limitazione, coprendo naso e bocca.
La cattedra dovrà essere collocata ad almeno due metri di distanza dai banchi. L’insegnante può togliere la mascherina mentre spiega o interroga, se mantiene le distanze.
La preoccupazione è che gli insegnanti possano impiegare più tempo a disciplinare gli alunni circa le misure di adottare rispetto alla didattica in sè, tenendo conto specialmente della fascia d’età adolescenziale, contraddistinta generalmente da tempeste ormonali e voglia di socialità.
Qualora si sospetti che un alunno possa aver contratto il coronavirus, prima di avvertire i genitori deve essere isolato e assistito da un adulto che indossi la mascherina. Una volta riportato a casa i genitori devono contattare il pediatra o il medico di famiglia, a cui spetta la decisione se sottoporre ad un tampone lo studente.
Se l’esito del test è positivo, bisogna individuare i contatti stretti e disporre la quarantena per tutti i compagni di classe e per l’insegnante.
Si valuterà la chiusura della scuola in base al numero dei casi, ove si configurassero eventuali focolai e basandosi sul “livello di circolazione del virus all’interno della comunità”.
Andrea Curcio