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    Riforma fiscale giallo-rossa: più progressività, altro che flat tax

    Riforma fiscale giallo-rossa: più progressività, altro che flat tax

     

    Con la sinistra al Governo viene abbandonato completamente il progetto della flat tax e si pensa ad un’aliquota personalizzata in senso progressivo

     

    Con l’avvento delle regionali, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri tenta di trasmettere ottimismo alla nazione, pur essendo consapevole della delicata situazione economica del Paese provocata dal coronavirus.

    In questi giorni sta spingendo per la riforma fiscale, ma sono molti i dubbi e differenti le visioni tra il suo partito e il movimento 5 Stelle.

     

    Secondo il ministro dell’Economia, che rispecchia anche la posizione del PD, la riforma dovrà essere finanziata con una riforma delle detrazioni, con i sussidi ambientali dannosi e in parte con il contrasto all’evasione fiscale.

    I 5 stelle invece sono convinti che i 10 miliardi necessari all’attuazione della riforma possano essere reperiti dalle risorse del Recovery Fund, ma il PD è scettico in quanto si arriverebbe ad uno scontro con l’Europa.

     

    Diverse sono anche le posizioni in merito alla riforma. Gualtieri guarderebbe con attenzione ad un modello tedesco in salsa italiana: sostanzialmente al posto delle attuali 5 aliquote, si prevederebbe un’unica aliquota personalizzata che tenga conto del reddito imponibile e della categoria di appartenenza (autonomo, dipendente, pensionato). Mediante un algoritmo si ricaverebbe l’aliquota media, da applicare al reddito lordo. A questo risultato vanno poi sottratte le detrazioni, ottenendo così l’imposta netta.

     

    Il presidente della Commissione Finanze della Camera Luigi Marattin di Italia Viva, non è d’accordo con il modello proposto dal Tesoro, sostenendo che tale sistema sia “troppo complesso”.

     

    L’obiettivo dei grillini sarebbe quello di ridurre le attuali cinque aliquote a tre. In particolare le due centrali, quella del 38% (fino a €55.000 di reddito) e quella del 41% (fino a €75.000), sarebbero riunite in un’unica aliquota pari al 36%.

    La spesa sarebbe di 4-5 miliardi e i contribuenti coinvolti sarebbero 8,2 milioni.

     

    Andrea Curcio

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