“La scuola commissariata dalla sanità”
Il covid ha messo in pericolo vite umane, ha sconvolto l’economia e i nostri modi di relazionarci. Oggi è in pericolo l’istruzione, e quindi le fondamenta di un paese civile
La settimana prossima ripartirà la scuola in quasi tutta Italia, con delle modalità particolari, che se non fosse per l’emergenza covid, avremmo definito alquanto bizzarre.
Non si andrà, almeno nelle scuole superiori, in classe tutti i giorni, ma ci saranno diversi turni. La didattica sarà mista, alcune ore in presenza, alcune online.
Inutile dire che molte attività andranno perse. Abolite le lezioni di canto, gli scambi internazionali, giochi in palestra. Spazi come laboratori o luoghi di socialità verranno utilizzati per smistare meglio le classi.
Quello che sta vivendo il mondo della scuola è qualcosa di mortificante: studenti e docenti percepiscono intorno a loro un’atmosfera di distanziamento sociale, di paura e di forzatura.
Una maestra si sfoga così su Facebook: “Ho fatto il corso sulla sicurezza: tutto regole, misure, un elenco infinito di non si può fare. Pure giocare a palla, nemmeno se la disinfettiamo noi. Nessuno spazio per una riflessione pedagogica su come arriveranno i nostri alunni”.
Daniele Novara, pedagogista, denuncia: “La scuola è stata commissariata dalla sanità, con un senso di angoscia che genera un eccesso di protocolli e procedure, anche l’obbligo di non spostare i banchi o la scelta nei nidi di Milano di far indossare alle educatrici tute, mascherine, visiere, guanti: un trauma per i piccoli. Impossibile fare scuola se non puoi più fare nulla. Ma così ledi i diritti dei bambini e la libertà di insegnamento. Dobbiamo riaprire scuole, non sanatori”.
A complicare ancor di più la situazione, sarà il frequente cambio degli insegnanti per molte classi. A causa della mancanza di personale docente infatti, gli studenti dovranno fare i conti con parecchi supplenti.
Il 26 settembre il Comitato “Priorità alla scuola”, insieme ai sindacati, manifesterà in piazza del Popolo. “L’educazione sanitaria rosicchierà i tempi della scuola normale” avvertono alcuni esponenti.
E a pensarci bene, covid a parte, forse abbiamo sottovalutato la scuola fino a oggi, non rendendoci conto che l’istruzione rappresenta le fondamenta di un paese civile.
Andrea Curcio