Gli occupati tra i giovani sono meno del 40%
La pandemia non è ancora alla fine, l’incertezza per il futuro dei giovani occupati è pesante. In questo clima, unito all’imposizione del blocco dei licenziamenti alle aziende, sono i giovani a pagare di più
Si registra nel secondo trimestre di quest’anno mezzo milione di occupati in meno, portando la cifra dei disoccupati a 2.057.000. Cala anche l’inattività, dovuta principalmente all’emergenza coronavirus: 647.000 persone non cercano più lavoro, tra loro molti giovani (tra i 15 e i 34 anni il tasso di occupazione è ben al di sotto del 40%).
Tra i giovani, si notano sostanziali differenze in base al livello di istruzione. Il tasso di occupazione per i laureati è del 70%, per i diplomati il 63% e a malapena il 43% per chi ha conseguito solo la licenza media.
Una delle cause è il blocco dei licenziamenti imposto dal Governo. Le aziende, avendo già riempito ciascuna mansione lavorativa, non potendo licenziare e timorose rispetto all’incertezza per il futuro, non sono nelle condizioni di ricambiare il personale, rinunciando anche a competenze maggiori.
A soffrire di più sono i giovani con contratto di lavoro a tempo determinato inferiore a sei mesi: quasi nessuno è stato riconfermato e trovare un’occupazione in questa delicata fase è quanto mai difficoltoso.
Non solo cala l’occupazione, ma diminuiscono anche le ore lavorate, il 20% in meno rispetto al 2019.
L’Istat sottolinea che tali andamenti sono coerenti con una flessione del PIL pari al 12,8% in termini congiunturali.