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    Scusi, chi ha fatto palo?

    Scusi, chi ha fatto palo?

    Ieri sono iniziati gli spogli e sono stati erogati i primi verdetti post elezioni. Così, come Fantozzi, in molti avranno ascoltato solo superficialmente le analisi sul tema. A differenza non per colpa del perfido Guidobaldo Maria Riccardelli e della sua letale copia analogica della Corazzata Kotiomkin (no, non è un errore, non fecero usare per il film il nome originale). Ma di una ben radicata stanchezza che circonda ogni cosa riguardi la politica. Cercheremo di venirvi incontro, cari lettori, con alcune brevi pillole che speriamo spieghino il tema.

    1. Referendum

    Il sogno del piccolo popolo della politica si è schiantato sotto il peso della realtà. Alla gente delle buone ragioni che anche su questo abbiamo sostenuto non importa assolutamente nulla. Non le hanno nemmeno ascoltate, probabilmente. E no, non ce l’avevano solo con la cattiva casta. Ce l’hanno con tutti noi che operiamo in politica. Pazienza, la vita è difficile anche senza rimpianti inutili. Da domani, ovviamente, non cambierà nulla. Ma quando accadrà il popolo difficilmente se ne accorgerà. La realizzazione accadrà quando proverà a riprendere il controllo del paese. E scoprirà che non è possibile.

    2. Regionali

    Né vinti né vincitori. Cosa che sarebbe stata vera anche con un netto 7-0. Ma qui siamo 3-3 con la Val D’Aosta che deciderà del proprio governo con assoluta calma nel prossimo futuro. Quindi è pareggio. Nel centrosinistra risorge di prepotenza il PD, unico a salvare le posizioni. Nel centrodestra, Salvini perde l’ennesima scommessa in Toscana. La Meloni a sorpresa perde in Puglia, complicandosi il sorpasso. Forza Italia ha una performance. No, non ho dimenticato di finire il discorso. Ha una performance. È innegabile. L’ha avuta. Voglio dire, non poteva non averla, no? Ecco, quindi l’ha avuta. Accontentiamoci. Poteva non essere così.

    3. Comunali

    Con calma, lo scopriremo domani a mezzogiorno. L’attesa del risultato è essa stessa un risultato, no? No. Ma fingiamo lo sia e concentriamoci sul futuro. In cui, lo voglio ricordare, per almeno altre tre anni ci sarà il medesimo numero di parlamentari. Così, solo per precisione. Anche se sono sicuro che i Grillini si dimetteranno in massa per accelerare il processo, vero? VERO?

    No, direi di no. In ogni caso, è finita come era iniziata. Con un palo. Che, pervicacemente, è rimasto precisamente dov’era prima. Segno di stabilità anche nel caos.

    Luca Rampazzo

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