Donne, politica ed elezioni a Milano: la parola a Deborah Giovanati
Una città, per poter consentire a chi produce di esprimere tutto se stesso, deve essere amministrata bene e da gente competente. Forse è una banalità. Anzi, che è peggio, forse lo era. Oggi è invece una affermazione rivoluzionaria, come dire che le foglie sono verdi d’estate o che fare figli è una cosa bellissima.
E per sentire queste verità rivoluzionarie abbiamo deciso di intervistare, nella nostra mission di cercare e portare alla luce la politica migliore, Deborah Giovanati. Madre, Assessore del Municipio 9, politica per passione, il cui punto di vista non è mai scontato.
1. Milano andrà ad elezioni l’anno prossimo, quali sono le priorità economiche per la città?
Ecco come si decide che cosa è priorità? Bisogna ascoltare la città, non alla fine del mandato come sta facendo Sala (meglio tardi che mai), ma in un dialogo continuo. Nel dialogo con il mio territorio sono emerse alcune priorità: lavoro, povertà alimentare e educativa, contrasto alla solitudine sia per la fascia anziane e tante famiglie con componenti con disabilità.
2. Nella tua esperienza di madre e politica, la Milano che produce e amministra valorizza abbastanza le donne?
A Milano sicuramente siamo un passo avanti rispetto ad altre zone del Paese. C’è la possibilità perché anche le donne possano fare la loro parte. Però tante volte in una Città come a Milano cosa viene chiesto di fatto alle donne? Di non avere figli! Eh sì, perché la nascita di un figlio viene vista come un impedimento. Invece non è così! Abbiamo tante esperienze positive. Ecco su questo dobbiamo fare ancora tanta strada.
3. Cosa ne pensi degli uomini così deboli che vogliono tacitare le donne in politica? esistono ancora? Si possono definire uomini?
Esistono eccome. Soprattutto verso donne che dicono la verità. Noi donne abbiamo una certa capacità a tenere insieme i pezzi, gli uomini tante volte pensano solo a loro stessi e alle loro ambizioni personali. Ma non ne farei una differenza di sesso, qua è proprio una differente visione di cosa vuol dire fare politica. Tra chi pensa alla propria poltrona, unicamente, e quindi farebbe di tutto per l’unico obiettivo particolare e chi vuole rimettere in moto persone che si vogliono dedicare al proprio territorio per costruire qualcosa per la propria città.
4. Come possiamo rivoluzionare una città che appare aver perso la sua anima?
L’anima non è persa, vive nei milanesi che ogni giorno si alzano vanno a lavorare, a studiare, ad occuparsi dei propri cari. Questa è l’anima di Milano, ce l’abbiamo sempre avuta sotto agli occhi. Hanno smesso di guardarla pensando al luccichio di foto ben fatte per le copertine patinate o per qualche taglio di nastro in più. È ora di riguardare la vita della gente di Milano.
5. Che caratteristiche dovrebbe avere il sindaco ideale per te?
Il Sindaco di Milano deve essere una persona che conosce la sua città e le sue dinamiche. Che non abbia paura di mettere piedi e mani in tutti i quartieri e abbia allo stesso tempo la capacità di guardare anche fuori in un contesto internazionale. Una persona audace, che non abbia paura di rischiare per far crescere la città. Concretezza e lungimiranza non possono mancare.