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    Ripresa economica non prima del tardo 2022

    A breve nuove restrizioni su bar, ristoranti e obbligo di mascherina all’aperto in tutta Italia

     

    La “seconda ondata” di coronavirus potrebbe costare in termini di Pil ulteriori tre punti percentuali nel 2021, facendo così slittare la ripresa al 2022.

    È lo stesso Governo a designare questo scenario nell’ambito della nota di aggiornamento al Def.

     

    L’esecutivo si prepara a rispondere alla minaccia del covid con nuove restrizioni. Tra le più plausibili, l’obbligo della mascherina anche all’aperto ed una chiusura alle ore 22.00 di bar, locali e ristoranti, con l’effetto inevitabile di indebolire gli esercenti già in difficoltà.

     

    Tale situazione di paura ed incertezza si protrarrebbe fino alla primavera del prossimo anno, quando secondo le previsioni del Governo, le cose inizieranno a migliorare, in attesa del vaccino che sarà distribuito verosimilmente nella seconda metà del 2021.

    L’obiettivo per ora rimane quello di evitare a tutti i costi un nuovo lockdown generalizzato, che pare invece inevitabile da attuare in altri paesi europei, dove la situazione dei contagi non è più sotto controllo.

     

    Nel frattempo importazioni ed esportazioni risentono fortemente dell’effetto covid. Una ripresa economica la si potrà attendere solo a partire dal 2022, anche grazie al supporto dei fondi del Recovery Fund europeo.

     

    Le previsioni negative della nota di aggiornamento al Def impongono al Governo una manovra di bilancio costituita in larga parte dal sostegno all’occupazione e ai redditi, con speciale riguardo ai settori maggiormente colpiti dall’emergenza. Tra le incognite ci sono le fonti di finanziamento per il taglio del cuneo fiscale e gli sgravi contributivi al Sud.

    Si sta studiando poi una riforma fiscale da attuare con una legge delega e all’introduzione universale di un assegno per i figli.

     

    Per ciò che concerne il rapporto deficit/pil, stimato al 10,8% nel 2020, l’obiettivo è di ridurlo al 7% nel 2021, al 4,7% nel 2022 e al 3% nel 2023.

    L’obiettivo di lungo termine è portare il debito della Pa al di sotto dei livelli pre-emergenza, nell’arco di un decennio.

     

    Andrea Curcio

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