Il nuovo dpcm contiene espliciti divieti con relative sanzioni che si distinguono dalle raccomandazioni.
Da mercoledì 14 ottobre è in vigore il nuovo dpcm con il quale il l’esecutivo spera di contenere l’aumento dei contagi. Purtroppo, come già accaduto in precedenza, anche in questo caso si sono generate notevoli confusioni a seguito di dichiarazioni poco chiare da parte degli esponenti del governo.
Il testo infatti prevede degli espliciti divieti e parallelamente delle raccomandazioni e degli inviti a mantenere un certo comportamento che hanno generato molti dubbi sulle eventuali sanzioni relative al mancato rispetto di tali indicazioni. E così viene raccomandato di evitare feste in casa, di riunirsi in un massimo di sei persone tra le mura domestiche e di ricorrere alla mascherina anche nel caso siano presenti dei familiari con cui non si convive.
Tali disposizioni rientrano nella categoria delle norme cautelari di condotta che, come riportato dal Sole24Ore, “hanno la funzione di contenere il rischio entro limiti socialmente accettabili e la loro violazione può far scattare la responsabilità colposa”. Nel dibattito pubblico tuttavia è passata l’idea che il governo “consigliava” e non “obbligava” e quindi subito è scattato un tipico riflesso italiano per cui “se nessuno mi vede, non sto infrangendo la legge”, al quale è seguita l’idea che un vicino potrebbe far la spia e chiamare le forze dell’ordine le quali entrerebbero nel domicilio dell’interessato per comminare la sanzione.
Ecco allora che il governo, con poca cognizione comunicativa, ha trasmesso un senso di insicurezza proprio quando l’obiettivo era evitare il panico. Vigili e carabinieri infatti non possono introdursi nelle case dei cittadini per condurre delle ispezioni a sorpresa. Al massimo possono sollecitare il rispetto delle norme anti-contagio.
Come sempre la principale condizione per il funzionamento delle regole in un momento difficile come il perdurare di una pandemia è il buon senso. Il dpcm tuttavia non è composto solo di raccomandazioni ma anche di divieti veri e propri con relative sanzioni. Sono vietate infatti le cerimonie civili o religiose con più di 30 partecipanti, gli sport di contatto, mentre cinema e teatri potranno ospitare fino a un massimo di 200 persone al chiuso e 1000 all’aperto, qualora le strutture lo consentano.
I locali invece devono chiudere alle ore 24 mentre la sosta all’esterno sarà vietata dopo le ore 21. Stop alle gite scolastiche e agli sport di contatto amatoriali. La disposizione principale rimane quella di indossare la mascherina la cui violazione viene punita con sanzione amministrativa da 400 a 1000 euro. Rischia il processo invece chi non rispetta l’obbligo della quarantena in caso di positività al virus, ora sceso a 10 giorni, oltre a una sanzione fino a 5000 euro.
Simone Fausti