Preoccupano i dati dei contagi a Milano e provincia. Dal comitato degli operatori di trasporto turistico lombardo, fermi da mesi, la proposta di utilizzare il loro parco pullman per coadiuvare il trasporto pubblico locale. E ricominciare a lavorare.
Preoccupano e non poco i dati relativi all’andamento dei contagi a Milano e provincia. In queste ore è attesa la decisione in merito ad una eventuale stretta sulle misure per prevenire la diffusione del virus onde evitare di arrivare a quella che per Fontana è un’ipotesi da respingere con ogni mezzo: il lockdown.
Il nodo principale attorno al quale si cerca di lavorare è quello del trasporto pubblico, per il quale il presidente di Regione Lombardia era già andato in pressing durante la conferenza Stato-Regioni prima del dpcm definitivo e sul quale si è soffermato nel corso del tavolo Tpl convocato dal MIT, con il ministro Azzolina, Anav, Enti locali e associazioni datoriali di categoria, nella speranza che vengano almeno prese in considerazione delle ipotesi di differimento degli inizi delle lezioni o, in alternativa, delle soluzioni che prevedano di limitare l’afflusso dei passeggeri sui mezzi pubblici in determinati orari della giornata.
Su quest’ultimo punto lo stesso ministro De Micheli, nel confermare la capienza massima dei mezzi all’ 80%, ha evidenziato criticità in particolari aree del Paese, concentrate in prevalenza in corrispondenza delle grandi metropoli, come appunto Milano. Una soluzione potrebbe arrivare dalla proposta avanzata dal Comitato degli operatori di trasporto turistico lombardo, che suggerisce di prendere in considerazione la disponibilità degli operatori del settore di mettere a disposizione le proprie flotte – ferme da marzo – per coadiuvare il servizio di trasporto pubblico locale. Proposta peraltro già messa sul tavolo degli organi istituzionali già mesi fa, con la lungimiranza dell’imprenditore, ma fino ad oggi rimasta nel cassetto.
Lo ha reso noto la coordinatrice lombarda Maria Grazia Perego, titolare insieme al marito, della omonima azienda sestese di noleggio pullman. Un parco di una trentina di mezzi, fermi nella rimessa dall’inizio della diffusione del virus e mai più ripartiti come il settore turistico con cui l’attività è legata a doppio filo. In Lombardia sono 8mila gli addetti che gravitano attorno al settore dei pullman turistici a noleggio, con 400 aziende e 6mila mezzi di trasporto. Un business legato non solo ai viaggi, ma anche a fiere, congressi, uscite didattiche, in fortissima sofferenza come tutto il comparto turistico. “Siamo in una situazione drammatica – spiega Perego – abbiamo un comparto che movimentava punti di Pil che è devastato, i dipendenti che hanno famiglia sono sul lastrico perché le cassaintegrazioni non arrivano, si licenziano per trovare altri lavori e quindi, se mai avremo la possibilità di riprendere il lavoro, non avremo più personale formato e nemmeno il titolo per poter operare perché abbiamo meno personale rispetto al numero degli autobus di proprietà”. Su 35 autisti, in 20 hanno detto addio all’azienda alle porte di Milano per impiegarsi nel settore del trasporto merci, un’occupazione più sicura.
Se venisse accolta la proposta del comitato, potrebbe trattarsi del punto di svolta nella direzione di una graduale ripresa per il comparto, penalizzato pesantemente anche dall’assimilazione al ramo trasporti piuttosto che al turismo. Non un dato indifferente, perché nell’ambito delle agevolazioni, per il settore trasporti termineranno con gennaio e non potranno godere della proroga fino a marzo, prevista invece per il settore turistico. Un esempio pratico è la sospensione del pagamento dei canoni di leasing per il parco pullman: “Ma da gennaio, senza liquidità, come faremo?”, si domanda Grazia Perego. Se il settore continuerà a rimanere fermo non ci sarà modo di procedere con i pagamenti (un pullman costa circa 300mila euro, ndr) e il collasso sarà l’unica prospettiva per il prossimo futuro.
“Nell’opinione pubblica deve ritornare la fiducia nel mezzo di trasporto del pullman – prosegue – anche perché ha sistemi di aerazione all’avanguardia che lo rendono un mezzo sicuro”. E conclude: “Occorre che gradualmente gli italiani ricomincino a viaggiare, non abbiamo alternative, noi non possiamo reinventarci”.
Micol Mulè