Il nuovo dpcm firmato da Conte ha lasciato un po’ a bocca aperta chi sosteneva che il Governo avrebbe richiuso tutto o quasi.
La strategia di contrasto al virus è cambiata. Non più decisioni centralizzate e valide sull’intero territorio nazionale, ma provvedimenti da prendere a livello locale, perché a situazioni diverse occorrono strategie differenti.
Inizialmente veniva affidato ai sindaci il potere di chiudere vie e piazze a partire dalle ore 21.00, in cui il rischio di assembramenti è alto. Ciò ha provocato non poche reazioni da parte dei sindaci.
“Il governo – è la reazione del presidente dell’Anci, Antonio Decaro – senza nemmeno affrontare il tema nelle numerose riunioni di queste ore, inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell’opinione pubblica”.
De Caro solleva anche il problema relativo alle forze dell’ordine, in quanto specialmente nelle grandi città, non saranno in numero sufficiente da poter fare tutti i controlli e sarà difficile distinguere i residenti dagli avventori dei locali.
A seguito delle lamentele, nella versione definitiva del dpcm è sparito il riferimento ai sindaci: “Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private”.
Resta da capire ora chi effettivamente sarà deputato a disporre tali chiusure.
Per il resto sono confermate quasi integralmente le norme che sono già entrate in vigore con il precedente dpcm.
Pub, ristoranti e bar dovranno restare chiusi dalla mezzanotte alle 5 del mattino. Le regioni possono restringere ulteriormente l’orario di apertura, imponendo la chiusura prima di mezzanotte come sta accadendo in Campania. In ogni caso a partire dalle ore 18.00 i clienti possono consumare esclusivamente al tavolo, in numero massimo di 6 persone. Inoltre ciascun esercente dovrà esporre fuori dal locale la capienza massima di persone consentita all’interno del proprio locale in linea con le disposizioni anti-covid.
Non è mai consentita la vendita per asporto di bevande alcoliche.
Non sono più permessi gli sport di contatto a livello dilettantistico, se non in forma individuale. Sono proibite gare e competizioni sportive di livello dilettantistico.
Sulle palestre e sulle piscine, il Governo si riserva di decidere tra una settimana a seguito di alcune segnalazioni che fanno notare come in alcuni centri non vengano rispettati pienamente i protocolli anti contagio. Se queste strutture si uniformeranno, dice Conte, non vi sarà motivo di disporre la chiusura di piscine e palestre.
Nell’ambito della pubblica amministrazione si incentiva lo smart working ove possibile. Le riunioni devono essere fatte in modalità a distanza se non in casi eccezionali.
Sono poi vietate le fiere e le sagre di comunità ma le manifestazioni fieristiche di carattere nazionale e internazionale «previa adozione di protocolli validati dal Comitato tecnico-scientifico». Inoltre sono sospese tutte le attività convegnistiche o congressuali, ad eccezione di quelle che si svolgono con modalità a distanza.
Sulla scuola ha prevalso la linea della ministra Azzolina. Continueranno a rimanere aperte e l’attività didattica sarà svolta in presenza. Per quanto riguarda le superiori, si prevede di modulare ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9.
Si prevede anche la possibilità di incrementare il ricorso alla didattica digitale integrata che rimane complementare alla didattica in presenza.
Andrea Curcio