Coprifuoco a Milano, ripercussioni devastanti
Colpite le attività produttive ma nessun provvedimento su mezzi pubblici e code per i tamponi
Il coprifuoco a partire dalle 23.00 introdotto da Regione Lombardia è ormai in vigore da 4 giorni.
Gli effetti più devastanti sono ben visibili a Milano, la locomotiva economica d’Italia.
“Un disastro, un’ecatombe” lamentano i ristoratori. L’obbligo di chiusura alle 23 ha fatto perdere più del 60% degli incassi, ad alcuni fino all’80%.
Il terrore è tornato nell’animo della gente, che anche durante il giorno evita di mangiare al ristorante per paura di contagiarsi.
Alcune persone ignorano che hanno la possibilità di tornare a casa anche oltre le 23.00, se muniti di autocertificazione e scontrino del ristorante.
È senza ombra di dubbio chiaro che i contagi stiano aumentando in maniera vertiginosa, con le conseguenze in termini di ricoveri ospedalieri. Ma le ultime restrizioni e quelle che verranno, stanno rivolgendo l’ennesimo attacco alle attività produttive, ai bar, ai ristoranti, provocando al contempo, la chiusura inevitabile di molte attività.
Non un provvedimento sul potenziamento dei trasporti pubblici, dove vediamo giornalmente le persone assembrarsi. Nulla per evitare il prodursi di code infinite ai drive in per i tamponi, dove la gente si contagia reciprocamente.
Vediamo invece un’ostinazione profonda a non chiudere le scuole da parte della ministra Azzolina, nonostante intere classi in quarantena e la trasmissione del contagio da parte dei figli ai genitori e ai nonni, che sono i soggetti più colpiti dalla forma grave del virus.
Paradossalmente, analizzando i provvedimenti intrapresi sin ora, si ritiene più pericoloso trovarsi fuori casa dopo le 23 anche da soli, piuttosto di far visita ai parenti dopo essere stati a scuola.
Alfredo Zini, titolare del ristorante “Al Tronco” nel quartiere Isola in via Thaon di Revel 10, ha guidato la manifestazione dei ristoratori in Piazza Città di Lombardia, davanti alla sede della Regione (neanche lontanamente paragonabile agli atti vandalici compiuti a Napoli due giorni fa, sia chiaro). “Il vero problema non è l’orario anticipato di chiusura – dice Zini – ma il terrore che è tornato nelle persone”. Zini non esclude che nelle prossime settimane ci saranno altre proteste e prevede con amarezza che una ripresa vera e propria dalla crisi ci potrà essere soltanto nel 2022.
Andrea Curcio