Dpcm: quando è possibile lo spostamento tra regioni
La nuova suddivisione in tre aree realizzata dal governo prevede lo spostamento tra regioni solo in alcuni casi
L’Italia è diventata un semaforo a tre colori (ma senza il verde) su volontà del governo che ha ritenuto necessario realizzare questa divisione territoriale per rallentare il contagio da coronavirus. Gli italiani dunque stanno cercando di prendere confidenza con la nuova normativa dal momento che questo “secondo lockdown” è diverso dal primo. Se in primavera infatti era in vigore un obbligo chiaro e generalizzato che vietava l’uscita dalla propria residenza salvo motivi di salute, di lavoro (ma la maggior parte dei lavoratori era in cassa integrazione o in smartworking) o di necessità (principalmente fare la spesa), ora la situazione è differenziata da area ad area in termini di spostamento.
Il principio base che vale per tutti è il seguente: evitare gli spostamenti inutili. Questa raccomandazione diviene un divieto vero e proprio nelle zone dove la situazione è considerata più grave. Partiamo però dalla zona gialla, cioè quella con il livello di rischio epidemiologico più basso. Qui è possibile spostarsi dentro al proprio Comune e alla propria regione ma anche viaggiare verso un’altra regione gialla. Per farlo non è necessaria alcuna autocertificazione.
È possibile inoltre transitare da una regione arancione o rossa purché la destinazione finale sia un’altra regione gialla. Ci si può muovere da una regione gialla a una arancio e/o rossa solo in caso di “comprovate esigenze lavorative o situazione di necessità ovvero per motivi di salute” e in questo caso serve l’autocertificazione. In ogni caso, il testo del dpcm sottolinea che è “fortemente raccomandato […] di non spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi”.
Per quanto riguarda le zone rosse e arancioni le direttive sono più semplici: il dpcm vieta lo spostamento all’interno del proprio comune di residenza o di domicilio. Quindi, a meno di comprovate esigenze lavorative, di necessità o salute, lo spostamento tra queste regioni rimane precluso anche nel caso un soggetto sia proprietario di un secondo immobile, a meno che non ci sia un’urgenza comprovata come la necessità di lavori impellenti o di guasti che mettano a repentaglio l’abitazione in questione.
Simone Fausti